L’abitudinario caldo sabato sera

Potevo scegliere fra Dave Holland al Teatro Manzoni e una cena con ex-alunni al Piccolo Cowboy di Quarto Inferiore. Facile indovinare che sono andata a scattare foto, ridere e farmi rovesciare cocacola in mezzo a quindicenni ormonici. Poi sono tornata a casa con la piantina di fiori gialli appoggiata accanto ai piedi, guidando ancora una volta sotto la neve – in alto, le finestre accese ai terzi piani delle periferie, che guardi e pensi a chi ci vive, come e con chi. Immagini, provando un certo straziante tepore, l’abitudinario caldo sabato sera chiusi là dentro, al sicuro, ignari della strada sotto e dei fari e di chi va da un’altra parte passando di lì. Intanto, la neve sul cappuccio, il ghiaccio sotto gli stivali – come pare accada da molto tempo a questa parte.

L’abitudinario caldo sabato seraultima modifica: 2004-03-07T00:36:23+01:00da capecchi
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Un pensiero su “L’abitudinario caldo sabato sera

  1. e Cafiso? Sì scusa sono fuori tema. ti manderei una mail ma non trovo il tuo indirizzo. Ho letto cose che hai scritto su Francesco Cafiso. Io ne ho scritto ora, dopo Sanremo. Ciao

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