Giovani tromboni *

Ho deciso che devo per forza apprezzare il disco di uno che chiama a suonare quel ragazzo tutt’occhi neri di Gianluca Petrella. Perché lui suona il trombone in quel modo lì, perfetto, seppure sembri sempre salito sul palco all’ultimo momento. Anche i suoi giovani amici (Scannapieco, Giuliani, Lussu, Tucci e compagnia briscola) suonano e se suonano; ma per Petrella ho … Continua a leggere

Il crudele Brad, da Tokio

Ieri, l’estate. Adesso, ecco, finita. Una pioggia a fusciate violente e intermittenti  sciaborda quest’albero e il resto. Di cosa hai voglia? Di stare chiusa qui immobile per ore davanti al vetro. Hai malinconie smosse dall’acqua? Sì, certo. Allora sai cosa devi fare?  Prendi l’ultimo disco di Brad e ascoltalo. Lui suona il piano da solo; a Tokio. Che chissà   come … Continua a leggere

L’estate

Sarà stato aver dettato quelle frasi di grammatica che riguardavano il luglio 1989 a Donoratico; o sarà stato forse sentire alla radio la voce di Mark Knopfler – i tempi in cui ricopiavi sul diario il testo di Romeo and Juliet; o sarà stato forse il sole che c’era. Fatto sta che l’estate ti si presenta all’improvviso di fronte alle … Continua a leggere

Assolutismo

Cominciato e ricominciato a scrivere centro volte. Cancellato, cento volte. Ma che palle. Questa autocensura che mi taglia le mani. Devo porre fine a questo assolutismo sfrenato nei confronti delle mie parole. E’ che in questi giorni scriverei solo di due cose: estate passata; e scarpe.

Come castagne

Stanca. Ma sono qui, va bene. Alcuni studenti che mi piacciono molto, fra americani e non. Il microbo alunno albanese di cui certo scriverò. Il senso di vicinanza oltreoceanica che c’è nato fra le mani. Il senso di mancanza struggevole che rende le giornate sensate. Il recuperato spazio domestico; il domestico umore. Desideri pastosi e morbidi, come castagne. Scendere dalle … Continua a leggere

Nicchie

All’inizio, va detto, scrivevo anche un po’ per una specie di pubblico. Che non sapevo chi era ma che c’era. Quando scrivevo ci pensavo, insomma, a qualcuno che leggesse. Mi sforzavo anche, a ripensarci, di non scendere troppo nell’intimistico – e ci riuscivo comunque e sempre poco. Ma mi sentivo quasi in obbligo di gettare in pasto qualcosa che interessasse. … Continua a leggere

Assenza

I primi giorni di scuola son sempre così, che torni a casa e le voci ti rimbombano in testa. Quello che sgranocchia cipster e quell’altro che non sta mai zitto e quella che prenderesti a ceffoni da subito e quell’altra che le leggi addosso che amerà Pirandello o Montale o qualcosa. Sempre così: il frastuono ti schianta il cervello; tutto … Continua a leggere

Cattedre

Beh, insomma, oh, da qualsiasi parte delle cattedra uno si trovi per caso ad essere, il primo giorno di scuola fa sempre effetto. Domani si comincia. Ancora non si sa con che vestito, cartella, sorriso.