Assenza

I primi giorni di scuola son sempre così, che torni a casa e le voci ti rimbombano in testa. Quello che sgranocchia cipster e quell’altro che non sta mai zitto e quella che prenderesti a ceffoni da subito e quell’altra che le leggi addosso che amerà Pirandello o Montale o qualcosa. Sempre così: il frastuono ti schianta il cervello; tutto si mischia insieme ed è anche bello, ma è troppo. Così giri la chiave nella porta e hai voglia di un silenzio piatto e regolare. Vuoto. Hai voglia di assenze. Assenze di pensieri persone rumori. L’assenza, ti accorgi, può diventare anche un valore, se sai gestirla e accarezzarla per il verso giusto.

Assenzaultima modifica: 2004-09-16T18:55:00+02:00da capecchi
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4 pensieri su “Assenza

  1. quando torno a casa io ho bisogno di vuoto, altro che questa assenza elegante. e hai ragione: il valore è assoluto. l’attenzione riconquista autonomia e si permette di perdersi, solo allora posso cominciare a riconoscere familiarità emotiva nelle voci intorno – e le facce, e gli odori. certo ci vuole un po’. e siccome è così tutti i giorni, certe sere capita che mi addormenti, prima. [sere]

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