A matita

Ultimamente ascolto molto Jack Johnson. Un po’ perché me l’ha consigliato Nico, quel sabato a pranzo con la tortilla calda nei piatti e Times like these che andava; un po’ perché si accomoda bene fra muri che crollano e risalgono, fra finestre aperte e chiuse, fra divani messi di qua o di là. Ascolto Jack Johnson e disegno salotti. Voglio due divani comodi nell’angolo e la finestra nell’angolo anche lei e le mie librerie di quando ero piccina sempre vicine e poi una poltroncina forse rossa, molto molto costosa, inutile. Piazzo lì un tavolo grande con tante sedie e qua una lampada da appoggiare per terra. Tutti gli spazi vuoti riempiti di dischi. La voce e la chitarra si distendono e io disegno un pianoforte appoggiato al muro, pensando nel frattempo ai sassofoni da sistemare e agli amici da invitare: improvvisare jam session sul bordo della cucina dovrà essere sistematico e casuale, quando verrà qualcuno.
Appunto il lapis e progetto trasparenti pareti divisorie. Ho però qualche problema con la prospettiva: i miei disegni mostrano infatti profili sghembi. Ma pazienza, io cancello e ricancello e poi guardo l’opera: mi piace la mia casa, disegnata a matita su un foglio a quattro.

A matitaultima modifica: 2005-03-08T17:55:00+01:00da capecchi
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9 pensieri su “A matita

  1. puoi disegnare anche la mia cucina? quella vecchia sta crollando e nessuno vuole aiutarmi a sceglierne e a comprarne una nuova. dovrebbe essere minuscola ma professionale. (robba)

  2. se mi disegni una spiaggetta solitaria che declina verso la schiumetta del mare nell’ora che volge al desio, io mi ci accomodo volentieri e poi ti invito anche (disegna anche un bose, che così ci mettiamo dentro il johnson) (ciccio)

  3. ho appena finito di sentire jack johnson su lifegate e ho pensato mica male. ora vengo qui e ne parli anche tu. uffa, ho capito, non insistete, vado a comprarmi il cd oggi. (yvette)

  4. Io ricordo tre sensazioni calde legate alla mia casa da adulta. La prima, si’, e’ stata proprio quella di immaginarla, studiarla, progettarla. La seconda, e’ quando ci ho aggiunto quel ricordo programmato, forse quella poltroncina rossa o quel divano blu, quel pezzo di storia personale in cui posso anche riconoscermi. La terza, ora, e’ tornare e vedere che ora anche io le appartiengo. Ma forse il piu’ elettrizzante e’ il primo. Auguri e buone jam session, Gaia! (Ludmilla)

  5. Gaia, guarda di fare anche una stanza degli ospiti, l’altra notte alle quattro sotto la neve ero tentato di chiamarti per avere ospitalità.. poi sono andato in albergo..85€. La prossima volta non mi faccio scrupoli e ti chiamo! :-))
    Ciao, Logu

  6. ..mi raccomando lascia perdere l’ikea, che poi tutte le case che visiterai ti sembreranno la tua, anche quando vorrai viaggiare e dimenticare di averne (mai) avuta una..vengo in visita, che bella stanza (virtuale) che hai. Fa piacere, e mi hanno pure detto che sei pistoiese, come me. il mondo è piccolo è stupido, quando puoi incontrare una pistoiese sveglia solo su internet. marco

  7. [FranCiskje]: “In between dreams” è al momento il cd che gira più spesso nella mia macchina (cioè mentre giro io). Lo avevo collocato tra Ben Harper e Damien Rice, ma più passa il tempo, più mi pare che siano questi due a collocarsi tra Jack Johnson e qualcos’altro.

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