Ricetta d’autunno

L’autunno non dovrebbe cogliere nessuno impreparato. Tanto più se si ha poco o nulla da fare. Allora bisogna uscire la mattina ma non presto, camminando lentamente per le vie con una sottile pioggerella che non fa in tempo a bagnare per terra. Vietato indossare cappotti e cappottini fuori stagione, ma avvolgersi piuttosto in lunghi scialli di lana; e morbidi. Il cappuccino e il cornetto ritardati il più in là possibile: desiderati e necessari, in qualche bar di una strada poco frequentata, non buttati giù per caso o all’in piedi accanto al signore con la cravatta e alla ragazza dalle scarpe a punta. Quando si torna a casa è fondamentale pranzare da soli, in penombra, ascoltando qualche disco di molti anni fa. Sergio Endrigo, ad esempio. Commuoversi alle canzoni che ti cantavano quando eri piccola e che risalgono su adesso, così, mentre mastichi e non te l’aspetti. Più tardi, poi, dovrebbe spandersi nell’aria un odore di rosmarino e mele, da sfornare in un dolce piccolo, rettangolare, facile da tagliare. Magari bollire carote e zucchine per un minestrone di quelli che non mangi più. Vecchie ricette perdute. Però nella testa tutti pensieri nuovi.

Ricetta d’autunnoultima modifica: 2005-10-19T17:45:00+02:00da capecchi
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9 pensieri su “Ricetta d’autunno

  1. Posso aggiungere alla tua lista il profumo delle caldarroste? Il meraviglioso aroma che io associo a questi mesi! Un saluto Claudia

  2. Già. Pensieri nuovi, sono quelli che mi salvano. Per piangere a me serve Tenco, e la sua voce colorata di autunno. Di una tale tristezza che ascoltandola, paradossalmente , non si può essere tristi, pur piangendo. Perché fa emergere il bello da qualsiasi cosa. Saluti, stark

  3. innamorarsi in autunno, passeggiare tenendosi per mano… nel caldo della sciarpa e del collo di lui…
    sono lieta di rileggerti.baci .val

  4. E’ che in questo post ci vedo quella bella luce che sa di autunno immaginato, di gemma d’autunno. E sarebbe bello se passasse così, caldo e fumoso e con quel suono lì. E allora sembra un post sulla luce dove la parola luce non c’è. Sa di attesa e di quella. Per me dico.
    [rab]

  5. Non ti sarai mica convertita alla macrobiotica senza dirmelo? Viva minestroni e mantelle (anche quelle le ho sempre portate). Robba

  6. non so perché, ma l’insieme della tua nuova casa e del racconto della mattinata d’autunno (ma può dirsi autunno questa primavera crescente?), mi hanno condotto a central park, che ricorda bambini e foglie gialle rosse per le starde asfaltate. c’è una continua ricerca di quiete nel tuo blog e quando ho bisogno di quietarmi vengo da te

  7. Central Park? E mi dici anche chi sei, tu che hai la fortuna di camminare per gli amati e quieti viali in mezzo al caos di Manhattan? (Gaia)

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