La piscina del signor Bembo

Mentre arrancavo di sera per le strette vie di Perugia in salita, la Nina in braccio che dormiva, me ne sono accorta. Questa è un’estate bellissima. La piscina del Signor Bembo risuona ancora del suo silenzio e delle cicale. Deserta, immersa nella luce, sovrastata da pini altissimi e molti olivi, ci accoglie ogni giorno dopo che i francesi sono salpati. La Nina arriva alle cinque più o meno, sospinta sul suo passeggino, caracollante. Ci guardiamo e ci viene da ridere, a tutte e due.
Collazzone mi piace, non c’è nulla ma siamo noi e allora basta. A trenta chilometri c’è la musica e infatti ci andiamo e come sempre tutti ballano e cantano senza davvero capire nulla di ciò che ascoltano, ma chi se ne importa. Tanto tutti sembrano felici. Anche la Nina, con la fontana dietro e il baracchino della birra da una parte. E poi naturalmente ci sono i capelli di Jamie Cullum che ondeggiano su e giù, in una notte fredda ma perfetta, conclusa piegati a dormire sulle poltrone del Pavone, sfiniti mentre Pieranunzi suona.
Intanto, lentamente ma con costanza, mi abbronzo. Il mio cappello a righe colorate sta meglio alla Nina; così glielo presto ed è meravigliosa là sotto, gli occhi ancora più grandi, a specchio. Nell’aria si respira l’odore di carne alla griglia e, di sera, quello d’erba appena bagnata. Il macellaio di Collepepe, giù in fondo alla fine dei tornanti, mi regala una bella porzione di fegato con cipolle, perché possa pensarlo quando lo mangio. I ristoranti si nascondono dietro alberi e sopra colline e oltre piccoli ponti fantasma che probabilmente all’indomani spariranno. La Nina un po’ piange un po’ no mentre si cena preferendo affettati e formaggi del posto. Poi si addormenta e allora si prende anche il dolce.

La piscina del signor Bemboultima modifica: 2006-07-27T18:25:00+02:00da capecchi
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10 pensieri su “La piscina del signor Bembo

  1. ma è facile, lì: la maggior parte delle estati sono bellissime. [poi si scioglie in un pianto dirotto singhiozzando ‘a casa, a tara.’]

  2. ho vissuto gli ultimi dieci anni della mia vita tra roma, collazzone, perugia e londra. a collazzone mi ci portavano i miei già da lattante, a perugia ho fatto l’università, a spoleto ho lavorato per sette anni… l’umbria mi perseguita, dolcemente ostinata. dimmi dove sei a collazzone: nel paese o fuori? ciao, leonardo

  3. A Collazzone ero poco fuori il paese (5 minuti di macchina), sulla strada che porta verso Todi. Una vecchia casa colonica rimessa a posto, in cui tornerei adesso, subito. Non mi ci far pensare. (Gaia)

  4. aaahhh, la Gaia! Oggi ho visto Pol che mi ha chiesto di te e della Nina…un grande abbraccio. Momi

  5. Oh cara prof.! Che bella estate che sta passando anche lei.. E vedo che la Nina si diverte.. Sono contenta! Grazie per il commento nel mio blog di msn.. Bè, qualche volta, quando ha tempo, venga su messenger, facciamo due chiacchere e parliamo delle mie nuove cotte.. Ah ah! Ma vada tranquilla, quella “cosa” ancora niente.. Un bacione grande, Vale

  6. Ciao Momi, ciao Vale. Grazie per la visita. E, ehm, Vale, quella “cosa” sarebbe…? Ora sì che sono preoccupata. (Gaia)

  7. Ah Gaia. S’è risvegliata la belva, non ho tempo di scrivere, ma almeno sono stata a Collazzone. Nel tuo blogghe, vero… Juany

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