Incidere la strada


E’ vero. Abito la mia vita. Questa sensazione di completa aderenza ad essa ce l’ho sempre avuta, a dire il vero, tranne quei rari momenti in cui facevo cose che non volevo fare e infatti poi ho troncato appena ho potuto, tipo il bubbone purulento della SSIS. E’ che non riesco a farmi scappar le cose via così. Non riesco a vivere un po’ a caso. Mi piace sentirmi scorrere le giornate proprio addosso, lasciarmi impregnare da quello che accade. Esserci fino in fondo. Non sempre è un bene. A volte sarebbe meglio lasciarsi sorprendere un po’ di profilo, mostrare qualche spigolo di difesa, piuttosto che tutte queste aperte e sfacciate rotondità. Ecco, prendetemi, sono come mi vedete. E anche quello che non vedete, io lo so, alla fine è vostro uguale. Perché ho questa faccia che dice tutto. Ho questa lingua svelta, il nervo pronto ma il sorriso facile. Scrive un alunno: “dice qualsiasi cosa (entro i limiti)  le passa per la zucca”. Già, è vero. Mi piace che mi veda così. Anche loro, gli alunni dico, alla fin fine fanno di me quello che vogliono: se solo mi prendono per il verso giusto, io mi apro anche le vene, per loro. Non mi riesce di farmeli uscire dalla testa una volta che mi sono chiusa alle spalle la porta dell’aula. Niente passa. Sembra il contrario di quelle volta che ho parlato di superficialità – la mia. Ma non è così. Comunque, mi piace calpestare bene per terra, incidere la strada e sentire che esisto. Camminare con il mio nuovo oggettino fra le mani, modalità casuale, e venire investite da Tony Bennett che canta Begin the beguine e subito dopo Paolo Conte con Gioco d’azzardo, mentre fuori si sta per sfasciare tutto quanto nel vento e nel freddo e poi invece non si sfascia nulla, ecco, questo voglio, quei due opposti sentori sparpagliati sottopelle; ecco, questo non voglio che scappi, voglio arrivare a scuola sentendo bene i miei piedi negli anfibi. Voglio che quello che mi accade sia davvero mio, sempre, e voglio fermarlo, perché tutto invece fugge e si sgretola e io lo so che alla fine resterò io ritta ferma in piedi su un pezzo di muro crollato. Ma almeno la certezza di avere fra le mani qualche musica come si deve. Qualche frase memorabile. Qualche momento vissuto per davvero, dietro di me.

 

Incidere la stradaultima modifica: 2007-05-29T22:41:47+02:00da capecchi
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2 pensieri su “Incidere la strada

  1. Lasciare un segno. Sentirsi vivi.
    Professoressa, se Lei riesce a vivere ogni istante in questo modo, non sa quanto la invidio.
    Prima o poi mi dovrà spiegare come fa 🙂

  2. Alex, la cosa però, confesso, è abbastanza sfiancante. E comunque, secondo me, te vivi già così. Almeno da quello che leggo.

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