Notti

C’era un bel vento, ieri notte, che entrava dalla finestra. Sullo schermo brillava la mail dal titolo “gioia” e io continuavo a perdermi nel blog di Plettrude, a ritroso nella sua vita come si fa con un romanzo. A tratti mi sono sentita un po’ scomoda, per aver frugato così tanto nelle storie di qualcun altro, ma a tratti sono … Continua a leggere

Farfallina, canniccio e pecorino

Per un momento ho pensato di trovarmi in Nevada. Questi terreni arsi, il cielo lontanissimo, lassù i piloni della luce. Poi ho guardato più in là e più in là c’era il tipico casolare della Val d’Orcia. Così ho capito che mi trovavo davvero in Toscana e che Montalcino, per quanto immersa nell’estiva foschia mattinale, era esistita davvero, addirittura per … Continua a leggere

Musicistini

Nel vento che spazzava i pensatori affacciati alla Fortezza di Montalcino, si sono ascoltati sabato i musicistini di Rava. Il lungo Maniscalco ha volto da bambino e muove spazzole da grande, con un rotolìo costante e decomposto che fra il Brunello, i formaggi e gli acrilici di Monk ci sta alla perfezione. Con Rava che se lo guarda e annuisce … Continua a leggere

Tenerezza lunare

Ma ora cos’è questa tenerezza che mi piglia? Sarà l’alba che incede. Sarà Bill Carrothers. Sarà il pensiero del piccolo Maniscalco alla batteria, domani. Sarà che il furore, a me, quanto dura: dieci minuti, un’ora, due? Sia come sia, un languore mi sciaguatta – insolito per questi giorni. Incline al perdono di me stessa e dell’umanità tutta (quasi tutta), mi … Continua a leggere

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Una fiammata e via

E’ da ieri sera che ho questo impulso furioso di cancellare il blog. Bruciare tutto. Una fiammata e via. D’improvviso, tutte le mie parole mi sono pesate e tutte le migliaia di pagine e giornate e persone cadute qua dentro mi sono sembrate troppe. E anche il tempo buttato a scrivere mi è sembrato d’un tratto pazzesco, spropositato e inutile. … Continua a leggere

Non cattivi, quasi felici

Leggerei solo di gente di provincia e storie da stanza del vescovo, in questo periodo. Oppure poesie dei crepuscolari. Poeti che scrivono versi così: “Non vivo. Solo, gelido, in disparte, / sorrido e guardo vivere me stesso” (Guido Gozzano, I colloqui); oppure cosà: “Io non ricordo, mio / dolce amore…Ve ne andate…/ Per sempre? Oh, come / vorrei piangere! Ma … Continua a leggere

Muoia sotto un tram più o meno tutto il mondo

Non è che uno deve sempre stare a spiegare tutto. E’ che a me stasera, jazz, non jazz, spazzole, ance o tasti bianconeri, mi dipinge invece questa canzone qui. L’ho sentita e mi ci sono, semplicemente, riconosciuta. L’attimo di adesso – non di ieri o di domani. Adesso, ora: eccovelo spiattellato in faccia. [Irene Grandi, Bruci la città]  

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Umbria jazz / 3. Gli amori

Paolo Fresu suona a mezzanotte al Morlacchi insieme a Uri Caine. Paolo Fresu è sempre lui, dicevo. Durante il primo pezzo ha già sistemato il piede destro sotto il ginocchio sinistro. All’inizio del secondo si è già tolto le scarpe e suona scalzo. Il duo è meraviglioso, lirico, divertente. E, come da tradizione di mezzanotte al Morlacchi, si dorme. Dopo … Continua a leggere

Umbria jazz / 2. La Nina e Jarrett

Il momento più bello di tutta la vacanza avviene prima del concerto di Jarrett, quando la Nina corre impazzita giù nell’Arena, sbattendo forte i piedi sulla pedana di legno; oppure perdendosi nell’erba. In fondo, e in alto, c’è Perugia e un pazzesco tramonto poco violento sopra la città, ritagliata in limpide e rosate sagome di cartone lassù ai Giardini Carducci. … Continua a leggere