Fuori piove un mondo freddo


Funziona così. Che tu lavori con loro, per un mese circa, sulla descrizione. Un’ora a settimana. Tecniche, trucchetti, esercizi, cinque sensi accesi e via. Poi, dopo un mese, una mattina entri a scuola con lo stereo e un disco di Paolo Conte. E metti su Boogie. Sì, la sala da ballo, i due ballerini avvinghiati, le vampate africane, l’odore di gomma e cuoio, il ventilatore che ronza, i sassofoni ipnotizzati, il batterista che guarda con sguardi cattivi e la cassiera con gli occhi da lupa. Loro ascoltano, leggono il testo, dondolano un po’ la testa, ma ancora non accade nulla. Poi dici: “Ora scegliete uno dei personaggi: lui, lei, la prima cassiera, la seconda cassiera o il batterista e diventate quel personaggio. Descrivete tutta la scena dal punto di vista scelto”. Bene. “Prof, può lasciare però la canzone?”. Sì, ma piano. Così loro iniziano a scrivere, Paolo Conte canta quasi sottovoce, fuori piove. Uno studente non fa che rimettere avanti e indietro il pezzo, in un silenzio irreale, nel frusciare della penna sul foglio, nei passi della prof che pesta l’aula con gli anfibi neri. Ma poi a un certo punto l’alunno non rimette il pezzo e il disco scorre.
Iniziano gli accordi di Via con me. E’ allora che succede. Le teste cominciano a muoversi di più. I sorrisi si propagano e tu vuoi, furiosamente vuoi guardarli tutti in faccia, per vedere che fanno, ma invece non lo fai, non alzi la testa e anzi gli dai le spalle. Ma in piedi così, loro dietro di te, tu alzi la musica. In quel momento li senti. Li senti. Piccole voci che cominciano a salire e cantare: “It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful”. E quasi non ci vuoi credere ma i vetri sono appannati, la classe è seduta immobile a parte le teste, te la senti tutta alle spalle, pulsante, calda, così decidi di girarti, di guardarli, lo devi fare. E loro eccoli. Sono lì che sorridono, ciondolano la testa e cantano tutti insieme, ma piano, senza urlare, timidi: “Chips, chips, chips”.
Fuori piove un mondo freddo, tu canti con loro, i vetri si appannano di più e ti sembra che nessun momento che ti ricordi sia mai stato più perfetto di così.

Fuori piove un mondo freddoultima modifica: 2007-10-30T15:26:46+01:00da capecchi
Reposta per primo quest’articolo

10 pensieri su “Fuori piove un mondo freddo

  1. Senza parole. Le tue bastano e avanzano.
    Dove li porto i miei 4 in gita?
    Verona o Firenze? Milano o Mantova?
    Verrebbe da portarli a conoscere la classe della della Prof.ssa Capecchi Gaia…

    Clio

  2. Miic: una meraviglia, stamani.
    Clio: Firenze per la toscanità, Verona per il balcone (le foto, la statua di Giulietta da toccare, roba così), Milano macchè, Mantova perchè bellissima, Bologna perchè ci siamo noi.
    Tanya: immagina una scena simile nella tua ex classe…nooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  3. Cara prof,
    non la voglio neanche pensare!!!! aaaaa!!!!!
    Non c’era mai il silenzio assoluto e quell’attmosfesa… quella cosa nell’aria che bisbigliava ad ogni alunno di stare in silenzio… no, non c’era! Nell’aria volava sono agitazione, MAI calma. Solo tensione e agitazione, solo quelle maledette due cose che riuscivano a rovinare SEMPRE tutte le (poche) lezione fatta con lei.

    Un bacio.

  4. Ma caspio, mi viene da dire, solo io ero in una classe la cui maggior parte delle persone (non tutte, per fortuna) seguiva la filosofia del: “Non mi interessa, per me è uguale?”

  5. Alex. Per me oggi è stato da brivido. E se per loro no, hanno finto molto bene. Che bello che è stato.
    (E comunque non credo che fosse un problema della vostra classe in quanto alunni, ecco, l’ho detto)

  6. La sera dopo la tua splendida mattina mi hanno regalato non uno, ma 3 cd del buon Paolo, che in questi giorni è la colonna sonora del mio primo caffè.
    Come vorrei avere avuto una prof come te.

I commenti sono chiusi.