Solchi

Che scema che sono. Voglio bene in modo non mediato, ogni volta privo di filtri, dunque tutto mi tocca sempre in modo personale. Tutto mi entusiasma o mi ferisce come se riguardasse sempre, e direttamente, me. Io lo so che è un maledetto difetto. Lo so questo. Perché certo non è affatto così. Anzi direi che nulla, in fondo, riguarda mai me. Eppure io son così da sempre. Mi lascio prendere e trasportare, dalle cose e dalle persone, immergendomi troppo nelle loro vite, nei loro racconti, nelle scelte che fanno, nelle parole che mi dicono, nei sorrisi che spezzano. La montaliana divina Indifferenza io non ho mai saputo cosa fosse. Non son mai stata una nuvola né un falco che vola in alto; mai. Nulla scivola via, per me. Nulla mi scorre addosso così. Ma al contrario tutto solca, incide, scava. Finisco per essere piena di scalfitture, che a volte son dolci e lievi come i graffi che la Nina mi fa sul viso; altre invece sono aspre, profonde; altre ancora momentanee ma brucianti come quando ti tagli la pelle delle dita con un foglio di carta che non hai saputo maneggiare bene.

 

Solchiultima modifica: 2008-05-08T17:57:08+02:00da capecchi
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4 pensieri su “Solchi

  1. Come possono le persone, le parole, le cose scivolarti addosso? Davvero non capisco come possa accadere. Se così fosse (e per qualcuno per molti così è), sopravviveresti invece di vivere. E persino io, in questo senso, sento di vivere. Voler bene in modo mediato non è voler bene. Certo poi quando ti arrivano le staffilate soffri e ti accasci e sai di essertela voluta, di aver esposto nudo il collo, come già una volta hai scritto. Eppure hai vissuto. E comunque non avresti potuto fare diversamente.

  2. E tu lascia solcare, incidere. Scavare.
    Le scalfiture prima o poi se ne vanno e lasciano solo il senso di quello che erano. Di quello che rappresentavano. La vera essenza di ognuno. Le sole cose che non ci abbandoneranno mai.

    Ciao.
    Davide.

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