Viva

Son viva. Viva viva viva. Viva quando guido a scuola, le otto meno venti, un occhio chiuso e uno aperto, la frizione facile e l’orecchio pronto a intuire qualche musica decente, se c’è. Son viva quando sto seduta in classe e metto sei e mezzo alla bimba che sta per piangere ma invece no, ce la fa, ricaccia tutto dentro e porta a casa il suo voto che io scrivo bello, e pieno, sul registro, perché c’è sei e mezzo e sei e mezzo; e questo qui è come un dieci. Son viva quando urlo e mi si strappano le tempie e pure le mani che sbatto sulla cattedra però poi lui viene e mi dice, a occhi bassi e dolci: “Prof, mi scusi”. Son viva, mi sento viva, posso quasi percepire distintamente ogni singola fibra del corpo, in tutte quelle ore in cui sto lì aggrappata alla sedia a parlare coi genitori, dicendomi che io devo essere pazza, per amare l’incredibile ricevimento fiume pomeridiano. Eppure io lo amo. Infatti ogni volta poi torno a casa svuotata e piena, tutta scombussolata, sorridente. Perché ho stretto tante mani, ho sentito tante storie, ho visto occhi che s’inumidivano, ho sentito babbi chiedermi un’ultima cosa: mi dicono che abbia un profilo su facebook, è vero? e a me scappa da ridere perché tutto certo m’aspettavo tranne questo. Son vuota e piena perché ho visto occhi scavati dal dolore e donne deluse dai figli o forse, più che altro, dalla vita e allora a me è sembrato giusto stringer loro forte le mani, e dire ma no, via, andrà tutto a posto, lui ha capito, sa? Un altro sorriso e un altro buonasera, si sieda, lei è proprio uguale a sua figlia. E son viva quando torno a casa in macchina, e ormai è notte, bagnato per terra, i fari, le macchine, le gocce sui vetri e i tergicristalli. Sentirsi quest’ostrica di città che mi si chiude attorno, potermi respirare addosso come in un guscio, come i bambini contro gli specchi, avere protezione, essermela costruita da sola, guidare verso casa, sorridere tutto il tempo e dire sì, davvero, sono viva. Io sono viva. E questo, gli altri, lo sentono sempre.

 

Vivaultima modifica: 2008-12-10T21:35:54+01:00da capecchi
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6 pensieri su “Viva

  1. è vero. completamente vero. ad iniziar dalla tua voce. e non si quanto mi piacerebbe, un giorno, venir da te per il ricevimento genitori, ridendo cogli occhi e mantenendo un contegno.

  2. già, il calore di un sorriso o una stretta di mano, il parlare con qualcuno che ti sa ascoltare, fa credere anche a me che insomma si è vivi e magari in quel momento scambi anche solo una piccola parola con qualcuno che a mala pena conosci ed è fatta … ci si sente importanti o comunque proprio in quel preciso istante hai lasciato un segno.
    Buon Natale e un bacino alla sua bimba
    Margherita mamma di Nicole Cassoli

  3. Grazie Margherita. Grazie tante. E’ bello, sì, stringere mani e sentire che insomma non si è soli. Riconoscersi un po’. Guardarsi al di là di.
    Buon Natale, di cuore.

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