La luce di Roma

La luce di Roma mi sorprende sempre. E soprattutto a tardo pomeriggio, qualcosa dà all’aria un’idea di languore, perdita dolce, smemoratezza. E’ quando il rosarancio allaga le facciate dei palazzi e s’allarga fra i rami dei pini. E’ allora quando tutto pare sfuggire ma senza fretta e la città prende quell’andamento da ventre materno, buono, vivibile. Spariscono di colpo i … Continua a leggere

Taumatropio

E’ impressionante l’arroganza che si ha nella convinzione di conoscere il prossimo. Uno sorride, scherza, trascina gli altri e di certo sta bene, è uno che si mangia il mondo a morsi, guardalo lì come brilla. Quell’altro invece ha una faccia che si vede si schianterebbe volentieri contro il primo muro, si riversa per terra accasciato contro le porte a … Continua a leggere

Il vento

Mi fruga il vento. Entra su per le calze e la gonna. Graffia, rovescia e raschia. Si porta via tutto. Mi svuota il vento. Si butta là sotto e strappa quello che c’è da strappare. Alla fine non sono diversa da un’ampolla, un’anfora, una caraffa di vetro. Riempita di nulla. Poggiata sul bordo d’un tavolo e pronta a frantumarsi. Che … Continua a leggere

Caverna

C’è il sole. Nel parcheggio una macchina della polizia. Un piccolo capannello di gente. Stranieri. Uno viene ammanettato, infila la testa dentro. Faccio in tempo a vedere occhi tristi, rassegnati. Il brillìo dello sportello controluce. Ho abbandonato la dieta di gianduiotti e tranci di pizza al taglio. Adesso ne seguo una che è fatta così: caffé, acqua, caffé. Perfetta per … Continua a leggere

Marzo da tre giorni

Mesi odiati, da quasi sempre: gennaio, marzo, aprile e settembre. Oggi è marzo da tre giorni. E infatti. Lattigina in cielo una nuvolaglia pesante, indistinta. Il respiro stenta a uscire, è in affanno. Intendiamoci, mica nulla di che. Solo son mesi balordi, ottusi. In cui tutto cammina con passo scomposto, irregolare. A tratti accelerate impreviste, poi brusche frenate. Pause. Lentezze … Continua a leggere