Giorni così pieni

Guardo la pioggia che scroscia sopra i finestroni e intanto racconto di Verlaine e di Rimbaud e del colpo di rivoltella. Ho caldo; sempre. Anche se l’acqua si rovescia sui vetri e tutti col naso in su che la studiano e pensano agli ombrelli da tirare fuori. Io invece penso ai listelli di legno lunghi due metri, se nella mia … Continua a leggere

Già arrivati qui

Gli Champs-Élysées di via Paolo Costa hanno gli alberi esplosi di fiori rosa e nell’erba fuori dall’aula è tutto un apparire di margherite. Mica me n’ero accorta, che eravamo già arrivati qui. A quei giorni in cui prima hai il piumino e alzarsi alle sette è un pugno in faccia su sfondo grigio; poi d’improvviso strizzi gli occhi contro la … Continua a leggere

Un bel sabato

Ci sono quelli che il sabato si appoggiano a qualche colonna e si baciano così, ritti in piedi contro il pomeriggio e dentro i cappotti e la gente che passa di lì. Hanno un’età qualunque ma comunque sono giovani. E si appoggiano ai muri scrostati e io lo so quel languore che hanno alla pancia e il lucido degli occhi. … Continua a leggere

Tre

Due momenti, oggi; anzi tre. Uno è stato verso le nove e venti, quando camminando verso il bar con le colleghe dell’ora buca, una indica per terra e fa: “Guarda, una rosa rossa”. E infatti c’era questa rosa, rossa, grossa, perfetta, buttata in mezzo all’erba secca. Io ho guardato giù poi nessuno ha detto più nulla e ci siamo infilate … Continua a leggere

Prisma

Oggi Bologna era un prisma. A ogni svolta mi sembrava d’essere da un’altra parte; e in un altro momento. Per un attimo, quando ho distolto lo sguardo dalla vetrina e ho camminato rasente il muro sotto la misteriosa via De’ Musei, ero a Roma, era dicembre e i sanpietrini sbrilluccicavano per terra. In via Drapperie c’era invece Parigi, c’erano i … Continua a leggere