Salsomaggiore, che non esiste

Salsomaggiore è un luogo che non esiste. O meglio. Esiste in un autunno indefinito fra il 1910 e il 1930, e noi ci caschiamo appena scesi dal treno. Come cadere dentro a una litografia. Ti sembra quasi di prendere le stesse sfumature dei ritratti degli antenati appesi in salotto. Le foglie secche dal color foglia secca non riescono ad attutire … Continua a leggere

Brad Mehldau e l’amore che esiste

Stamani quando ho aperto gli occhi un unico chiodo mi trapanava il cervello: Brad. Questo, evidentemente, significa solo una cosa: che l’amore esiste. Ha tempi e sviluppi incomprensibili ma esiste; c’è. Vive in uno spazio non sempre visibile fra la coda bionda di Thom Yorke e la fila I, a destra, del Teatro Comunale di Bologna; ma esiste. Fuori, la … Continua a leggere

Johnny O’Neal, uomo di swing e sporche romanticherie

Avrei voluto stare solo lì, ieri sera. A sorridere tutto il tempo e ogni tanto sospirare e poi anche ridere. Suonava Johnny O’Neal, alla Cantina Bentivoglio, e io lo sapevo che bisognava andare, lo sapevo. L’ha detto anche il proprietario, quando m’ha visto: “Se c’è la Capecchi vuol dire che è un bel concerto”. E allora. Io lo sapevo che … Continua a leggere

Kamasi Washington dentro le pareti rosse

Volevo che Kamasi Washington m’incendiasse la seggiola ma al Locomotiv non c’erano seggiole e dunque si stava tutti ritti in piedi dentro pareti rosse e soffitto scuro, a dondolare le teste e calpestare bene il pavimento, vicini. L’incendio comunque c’è stato lo stesso. Normale per uno che suona il sax come entrando sul ring: infilandosi prima in bocca un paradenti. … Continua a leggere