L’ignoto

Non so se siete mai stati a una mostra in mezzo a un parco, d’autunno inoltrato. Ebbene: fatelo. Scegliete un luogo con finestroni altissimi, soffitti lontani, gente rada. E perdetevi. Sarà bello girare intorno a misteriose sfere di terracotta, decifrare messaggi nascosti nei quadri, essere inghiottiti dal buio e uscirne subito, per paura, per bisogno di respirare: dove sono? Che … Continua a leggere

Con ottusa cecità

Amo furiosamente l’America. Con stolida ferocia e ingenuità. La amo di occhi, di cuore e di pancia – soprattutto di pancia. Laddove un groviglio di passioni e paure e desideri s’arrotola indistinto senza farsi riconoscere.  La amo lì, in quel punto preciso del corpo fatto di fame e urgenze. Amo da sempre con ottusa cecità l’America. E odio questo posto. … Continua a leggere

Un orso

Oggi è stato avvistato un orso sul campus. Qui non leggo mai. Le due frasi non c’entrano nulla l’una con l’altra. Oppure invece sì. Qui, come sempre, non leggo se non cose per le lezioni. Middlebury succhia via anima, tempo e sonno. Quando avanza mezz’ora, si dorme; ma è difficile che avanzi. C’è sempre qualcosa da fare, un compito da … Continua a leggere

Campo di mine

Jimmy Fails salta sullo skateboard e con uno schianto secco si butta giù, lungo le strade di San Francisco. Dietro, appare e scompare il Bay bridge, d’argento e nebbia. La musica di Emile Mussari è tutt’intorno, ci cola addosso con suoni fondi di fiati e poderosi respiri d’orchestra. Davanti, i nostri occhi spalancati. Le ruote frusciano sull’asfalto, sbattono, scivolano. Un … Continua a leggere

La nebbia della baia

Il cinese con lo sguardo senza tempo ha un’anguilla nella borsa. Viva. Che sia viva non c’è dubbio, anche se non si vede. Ma viva, viva. Perché sbatte, sciaborda, sciaguatta e fa un rumore di pesce che nuota nell’acqua bassa. Dentro una grande borsa nera con le rotelle. Su un autobus verso il Golden Gate Park. Accanto a me. Io … Continua a leggere

Solo nella memoria

È tutta finestre aperte e musica che sguscia via sotto le tende, questa città ferma nel tempo. Un posto che esiste solo nella memoria e poi più nulla, sparito, finché qualcuno un anno o un secolo dopo si ricorda che sta lì da qualche parte, e lo ritira fuori, con tutto il suo corredo di fazzoletti di seta e bastoni … Continua a leggere

L’Arno di notte

L’Arno di notte scorre lucido e silenzioso, luccicante di bagliori. Cammini sopra un ponte e annusi la notte, le sue voci; i passi che risuonano sulle pietre antiche. C’è una specie di sospensione del tempo che ci prende tutti per incantamento. Quante foto avremo fatto all’Arno di notte? Eppure non bastano mai. E nessuna veramente serve. Ma comunque le scattiamo, … Continua a leggere

Senza averne l’aria

Un colibrì l’altro giorno mi ha tagliato la strada. Trasvolava frullando a mezz’aria, facendo quel rumore che fanno appunto i colibrì: frrrrrrrrrrrr, ma inudibile. Era una mattina prima delle otto, quando scendo giù lungo la collina e oltre gli alberi intravedo pezzi di città bianca, luminescente. Oppure del tutto immersa nella nebbia. Era il momento quando suona il campanile di … Continua a leggere

La città in cui le strade sembrano non finire mai

La notte vista dal Griffith Park non si può spiegare. È infinita e lunghissima. Luccicano milioni di strade, laggiù in fondo; puntini intermittenti, storie, rincorse, tristezze. Vite intere che s’accendono e si spengono, brillano lontane nel buio e nel fresco magnifico della sera di Los Angeles. Prendi una giacca, ma leggera. Anche un foulard basterà, non preoccuparti. Avvolgitelo intorno al … Continua a leggere

Quella in mezzo all’America

Ci sono certe volte in cui l’America si fa sentire forte e chiaro. Finisco all’improvviso per trovarmi lì, proprio lì, dentro allo scorrere delle cose; mi fermo e ogni pezzo di corpo aderisce perfettamente allo spazio intorno. Mi incastro con l’esterno in un modo che mi stupisce e mi fa respirare fiati lunghi. Il rumore delle sirene; o i fiori … Continua a leggere