Salsomaggiore, che non esiste

Salsomaggiore è un luogo che non esiste. O meglio. Esiste in un autunno indefinito fra il 1910 e il 1930, e noi ci caschiamo appena scesi dal treno. Come cadere dentro a una litografia. Ti sembra quasi di prendere le stesse sfumature dei ritratti degli antenati appesi in salotto. Le foglie secche dal color foglia secca non riescono ad attutire … Continua a leggere

Bologna e l’avvocato

Oggi Bologna è bellissima. Devono essere queste nubi gonfie e bianche e grigie che s’incastrano fra gli alberi e in mezzo al sole. O la luce d’ottobre che sembra quasi quella delle sei di un pomeriggio qualunque a Silver Lake. Bologna comunque era bellissima anche ieri alle otto di sera, con l’asfalto traslucido e i fari che baluginavano mentre guidavo … Continua a leggere

Acquario

Forse l’inverno è passato. Ci sono stati due giorni bigi, di pioggia (di pioggia) californiana che nessuno si aspettava. Non c’era nulla sotto cui ripararsi, gli ombrelli non li abbiamo comprati, scendevano queste schegge impreviste, di traverso, e tutti a scuotere le teste e dire: mah. Poi però domenica sul Golden gate park brillava alto il sole. Preciso nel regolare … Continua a leggere

L’odore degli eucalipti

Qualcuno mi ha detto che questo è l’odore degli eucalipti e io ci credo. Del resto alberi altissimi si lanciano all’in su e mi lasciano ogni volta come sgomenta, per il loro essere fuori misura. Cammino la mattina presto sopra foglie secche, che scricchiolano. Il freddo punge le gambe scoperte. Il giacchetto di pelle è la scelta migliore che ho … Continua a leggere

Dopo un agosto di scarpe chiuse

Dopo un agosto fresco, di scarpe chiuse, foulard e ombrelli, ecco questo settembre estraneo, questa specie di estate calda e malata. Tutto un soffocare. C’è una brutta luce in giro e la città sembra grigiognola. Ma di certo è colpa mia. Il fatto è che agosto era una casina con le scale davanti al parco, il divano bianco e i … Continua a leggere

Istanbul, l’imprendibile

Mentre percorro in taxi la strada dall’aeroporto al centro di Istanbul, mi guardo intorno e vedo Casalecchio di Reno; o i palazzoni del Pilastro; ma anche certi svincoli più desolati dell’asse attrezzato. Poi allo smilzo tassista in giacca traslucida grigia suona il cellulare e dentro la macchina ecco “Lasciatemi cantaaaare, sono un italiano”. Fuori dal finestrino c’è un mare piatto … Continua a leggere

Il parchetto

Non so dire quando abbia preso ad amare il parchetto fuori di scuola. Forse addirittura due anni fa, nei miei arrivi con gli occhi pesti e le notti insonni sulle spalle. Quelle panchine di legno che mi accoglievano, quando spersa guardavo le facce estranee che mi circondavano; quando aspettavo l’ora di rientrare in classe; quando volevo starmene sola a piagnucolare … Continua a leggere

Prisma

Oggi Bologna era un prisma. A ogni svolta mi sembrava d’essere da un’altra parte; e in un altro momento. Per un attimo, quando ho distolto lo sguardo dalla vetrina e ho camminato rasente il muro sotto la misteriosa via De’ Musei, ero a Roma, era dicembre e i sanpietrini sbrilluccicavano per terra. In via Drapperie c’era invece Parigi, c’erano i … Continua a leggere

La città che non esiste

  Ogni volta mi scordo quanto mi manca Firenze. Di fatto quando non ci vado non esiste. Appare dal nulla solo quando sono lì. Esiste in quel momento: ed è allora che mi punge vigliacca la fitta della mancanza. Ma comunque Firenze è bellissima; soprattutto quando la notte è appena piovuto e le pietre traslucide scivolano sotto i piedi. Oppure … Continua a leggere

Vorrei scrivere

Vorrei scrivere tanto su Torgiano e la mia settimana preferita dell’anno. Sulla casa della piscina e sulle stradine in salita, gli ulivi e il tartufo. Tutte quelle notti in cui le stelle sembrano proprio vicinissime, il sistema d’irrigazione parte all’improvviso facendo swisch e c’è una nube d’acqua che brilla fuori di casa. Scrivere solo dei piedi nudi e della pelle … Continua a leggere