Luoghi / 1. A Bagnères, coi francesi e i ragazzini

A volte, come oggi, capita che ripensi a Bagnères. Sarà questo cielo francese che s’appiccica ai vetri delle finestre; sarà il Simenon di ieri; sarà che al collegio dei docenti si è parlato di gite; non so. Ma il paese fra i Pirenei m’è tornato in mente. La settimana lassù è rimasta incastrata in mezzo all’anno scolastico passato come se non c’entrasse proprio nulla. Una settimana corta e lunga che mi viene qui di spiegare per elenco, come se fosse difficile trovarle una trama.
L’isolamento assoluto e angosciante, provato il primo giorno, chiusa nella stanza piccola e bianca e affogata nei peli del gatto Fax. Le salsicce piccanti alla brace, ficcate dentro alla prevedibile baguette e mangiate col sole in faccia, seduta nell’erba, in mezzo al nulla e a gente conosciuta il giorno prima. Tutti quei vini che venivano stappati la sera e le zollette di zucchero inzuppate ben bene nell’Armagnac. La tartiflette di Marie Élène. La musica di Boris Vian che girava alle due del mattino, mentre Jean-Cristophe cercava di far ripartire la serata. La voce buffa di Michele che mi chiedeva: “E’ arrabbiata, prof?”. I miei smozzicamenti di francese. I giri di ballo in salotto dopo aver tracannato quella cosa ributtante del Ricard. Una certa sottile aria di vecchiezza e decomposizione, per ovunque, intorno, in strade case e persone seppur giovani – la sensazione di non arrischiarsi a grattare via o spostare nulla, per non trovar polvere, muffa, stoffe consumate. E quella mancanza folgorante e stupida d’America, d’un tratto, quando tornavamo stanchi da Tolosa, rovesciati sui sedili dell’autobus che andava gonfio di sudore nel luccicore caldo della prima sera. Poi le lacrime e i baci scomposti dei bambini italiani con quelli francesi, che si stringevano come se volessero strapparsi di dosso pezzi di corpo, come se non ci fossimo noi accanto a guardarli, come se baciarsi lì, in quel piazzale e in quell’attimo, fosse ciò per cui avevano sempre vissuto fino ad allora. E quel momento da sola seduta sul terrazzo, a guardare la neve del Pic du Midi, mentre ascoltavo Fais-moi mal Johnny e pensavo a come mi sentivo in quel preciso secondo. Cioè bene.
Poi siamo partiti.

Luoghi / 1. A Bagnères, coi francesi e i ragazziniultima modifica: 2003-10-24T09:20:00+02:00da capecchi
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Un pensiero su “Luoghi / 1. A Bagnères, coi francesi e i ragazzini

  1. praticamente non sono mai stata in francia. ma il tuo racconto mi ha ricordato un curioso stage che avevo fatto in portogallo e andalusia. l’avevo completamente rimosso. (robba) ps. mancanza d’america! felice espressione.

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