Brad Mehldau e l’amore che esiste

Stamani quando ho aperto gli occhi un unico chiodo mi trapanava il cervello: Brad. Questo, evidentemente, significa solo una cosa: che l’amore esiste. Ha tempi e sviluppi incomprensibili ma esiste; c’è. Vive in uno spazio non sempre visibile fra la coda bionda di Thom Yorke e la fila I, a destra, del Teatro Comunale di Bologna; ma esiste. Fuori, la … Continua a leggere

Johnny O’Neal, uomo di swing e sporche romanticherie

Avrei voluto stare solo lì, ieri sera. A sorridere tutto il tempo e ogni tanto sospirare e poi anche ridere. Suonava Johnny O’Neal, alla Cantina Bentivoglio, e io lo sapevo che bisognava andare, lo sapevo. L’ha detto anche il proprietario, quando m’ha visto: “Se c’è la Capecchi vuol dire che è un bel concerto”. E allora. Io lo sapevo che … Continua a leggere

Kamasi Washington dentro le pareti rosse

Volevo che Kamasi Washington m’incendiasse la seggiola ma al Locomotiv non c’erano seggiole e dunque si stava tutti ritti in piedi dentro pareti rosse e soffitto scuro, a dondolare le teste e calpestare bene il pavimento, vicini. L’incendio comunque c’è stato lo stesso. Normale per uno che suona il sax come entrando sul ring: infilandosi prima in bocca un paradenti. … Continua a leggere

Prom

Questa è la terza settimana di giugno; e piove a frustate sopra il terrazzo e le prossime partenze. Attraverso i corridoi della scuola come non fossero miei e faccio finta di non avere da fare valigie con dentro il mondo di due mesi. Faccio finta di non dover partire fra dieci giorni: America, chi, quando, io? E più faccio finta … Continua a leggere

Swing sul terrazzo scrostato

Allora poi è finita così, che abbiamo rotto due bicchieri e spaccato una vecchia sdraio in legno – segni certi di una serata che va come deve andare. Le dense nuvole delle cinque e il vento che rovesciava le piante non sembravano a quel punto mai esistite, cancellate dal campanello che suonava e da tutti quelli che si affacciavano alla … Continua a leggere

Whiplash: frullano le bacchette e il tempo resta immobile

  Lo senti quasi, l’odore misto di ferro e saliva che fanno gli ottoni. Ed è una roba che piglia allo stomaco. Fa male, e fa bene, perché è memoria di qualcosa che una volta chissà se hai avuto sul serio. Ti sembra di sì, sì certo, ma però. Poi i colpi secchi e terribili della batteria. Sempre più veloci, … Continua a leggere

Manca

Devo dire altro? Dopo due giorni continuati passati all’Arena del Sole ad ascoltare Paolo Fresu in tutte le formazioni e musiche possibili, a tutte le ore del giorno e della notte, si resta abbastanza turbati. E poi dimezzati. E poi soli. Perchè ora manca, accidenti a lui. (Per rimediare alla mancanza, ne ho scritto qui) * Per chi l’avesse perso … Continua a leggere