Mamut

Oggi voglio ascoltare tutto il giorno Mamut di Paolo Fresu, e per alcuni buoni motivi. Il primo è che l’ho ascoltato poco ultimamente. Il secondo è che si tratta di un Fresu di ben diciassette anni fa che, in pezzi come Dedalo, è già completamente lui. Il terzo è che visualizzare Fresu mentre suona non è affatto cosa spiacevole. Il quarto – più importante – è che all’interno della copertina del disco ci sono sedici firme a penna blu, con l’inchiostro tutto sbavato. Quegli sciagurati dei miei alunni di terza A, che me l’hanno regalato per il mio compleanno, in una festa a sorpresa con tanto di dolci, patatine, cocacola e il bidello Renzo con le mani a pescare fra i biscotti – gli occhi acquosi che sorridono.

Mamutultima modifica: 2003-07-04T09:55:00+02:00da capecchi
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6 pensieri su “Mamut

  1. Pienamente d’accordo con l’ottima scelta per il sottofondo musicale della giornata. Io, Fresu, l’ho sentito quest’inverno dal vivo ed è effettivamente fonte di piacere assoluto. Inconfondibile nel suono, per come soffia dentro a quel pezzo di metallo, per cosa ne esce. Altro discorso la piacevolezza derivante dalla visualizzazione del Fresu stesso. Andiamo, è un nanerottolo mal curato! Mi sa che l’arte ti influenza troppo nel giudicare l’aspetto dell’artista. E questo non si fa, rimane un nanerottolo mal curato. Ci tenevo a scindere i due piani dell’analisi. Saluti.

  2. Effettivamente, forse, ho mischiato troppo i due piani. Comunque: quando non suona, Fresu sta sul palco sempre piegato sulle ginocchia. Pertanto, l’altezza è ininfluente.

  3. no, che non inorridisco. sono vegetariana da quasi tredici anni ed in vita mia non avevo mai assaggiato un panino di mac. il mio primo panino, ma era burger king, l’ho provato l’anno scorso negli usa. non si possono porre limiti alla conoscenza. tuttavia non mi è piaciuto molto. anche perché dopo tanta privazione m’aspettavo di più. però mac figurativamente lo adoro. tutti quei pacchettini, posatine, salse e bustine varie. tutta quella roba artificiale. non sembra nemmeno carne. non c’è alcuna crudeltà residua. insomma, niente a che vedere con un’ordinaria macelleria. e poi a roma ce ne è uno spettacolare: esattamente davanti al pantheon. robba

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