La vecchia noiosa faccenda di Liala

Non voglio, proprio non voglio riprendere la ormai vecchia, logora, stancante e assai dibattuta faccenda di/su Tiziano Scarpa, ma il mio pensierino ce l’ho anch’io ed è questo.
Beh? Che c’è, che volete da me? Quello che voglio io è proprio accarezzare gattini osservando la tigre. Altrimenti non sarei qui. Voglio fermarmi esattamente un passo prima del salto nel vuoto creato dalla Letteratura quella vera.
Infatti: gli altri non lo so, ma io non faccio Letteratura, signori. Scrivo cosucce che voglio si fermino prima dello sporco nel mio ombelico. Rivendico il mio ruolo di Liala, alè.
Quando io ho scritto del plumbeo dolore che ho provato quella volta o di come ero indecentemente sudata e sfatta dopo quell’altra o il disgusto e lo schifo di me ma insieme la gioia rabbiosa quell’altra ancora, ebbene, allora cos’ho ottenuto? Fare Letteratura? Elevarmi dal trito fatterello minimalista e guardare in faccia la tigre? Ma davvero? Ho ottenuto questo? Boh. Secondo me, ho ottenuto né più né meno di quello che ottengo adesso: cioè niente, ma con quel tanto di superiorità dolente in più che può dare l’essersi sventrato a mani nude di fronte a un pubblico.
Perché magari fatti veri ho raccontato, ma sempre un pubblico c’era davanti.

Sipario

La vecchia noiosa faccenda di Lialaultima modifica: 2003-07-27T20:05:00+02:00da capecchi
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5 pensieri su “La vecchia noiosa faccenda di Liala

  1. Ma brava. E’ così che ti curi quell’angelo del tuo editore? In any case, nella maggioranza dei blog non si fa letteratura in senso stretto, ma solo pastiches, e anche Proust sarebbe d’accordo ai giorni nostri. Detto questo, mi aspetto di trovare un tuo prossimo post in cui dichiari di aver chiuso baracca causa caccia al Brad, che oggi tra parentesi suona a San Sebastian in Spagna [jaisalmer]

  2. Se parto adesso a che ora arrivo a S. Sebastian? E, soprattutto, l’editore sarà in grado di perdonarmi? (Gaia)

  3. Saresti arrivata quando con Brad ormai volatilizzato da parecchie ore. E, riguardo alla seconda che hai detto, mai dubitare dell’infinita capacità degli editori di dispensare in egual parti crudeltà e misericordie… ja

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