“Guarda, guarda, guarda il bel pinguino innamorato”

Ebbene, ieri all’ Appennino Music Festival, a Silla, un’ora da Bologna, cantava Nicola Arigliano. Portava due cappelli, pantaloni beige e polo color crema. Il viso-ragnatela. Un po’ rincoglionito, è vero, lì a presentare “L’orchestra! I maestri!” praticamente ad ogni singolo pezzo; o più volte per pezzo. Eppure. Una classe e uno swing paurosi. Un senso del palco incredibile. Ottant’anni e più di un’ora di vecchie canzoni che scorrevano danzevoli, sincopate, eleganti. Fintamente burbero e invece ironico nel cantare il jazz, Arigliano io me lo riascolterei ogni volta che passa vicino, a dire il vero. Altro che certi sussiegosi musicistini che salgono sul palco e alzano muri fra te e loro. Certo che poi è anche facile con me: il repertorio italiano che spazia fra anni ’30 e ’50 è da sempre uno dei miei preferiti. Cantatemi Amorevole in quel modo lì e finisce che scappo con voi.

“Guarda, guarda, guarda il bel pinguino innamorato”ultima modifica: 2003-08-21T13:20:00+02:00da capecchi
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su ““Guarda, guarda, guarda il bel pinguino innamorato”

I commenti sono chiusi.