Rava, Girotto, Tavolazzi e Sferra: meno male che ci siete

Quello che odio del ritorno a casa non è tanto la mestizia da fine delle vacanze, la noia del lavoro che riprende, il parcheggio che ritorna a scarseggiare giù nella piazzetta. No. E’ il fatto che bisogna inevitabilmente dare una rimessa a punto alla casa e al proprio guardaroba. La casa va pulita, strofinata, lucidata. Gli abiti vanno lavati, stropicciati, stesi. Non c’è nulla che più detesti. Fortuna però che c’è un disco come Full of life a sottolineare gli affondi dello straccio sui vetri. Il quartetto è quantomai mirabile, perché elimina il piano per accogliere invece tromba, sassofoni, contrabbasso e batteria. Che poi a me Javier Girotto con la sua coda lunga e arricciolata è piaciuto da subito, fin da quando diversi anni fa mi capitò di ascoltarlo alle Murate di Firenze, con i suoi Aires Tango. Mi piace pensare di averlo un po’ seguito, sentito crescere, per poi arrivare a sentirlo suonare così, adesso, uno dei sassofonisti italiani (sarebbe un po’ argentino, anche, e si sente molto) che più amo – pochi virtuosismi inutili e molto lirismo. E anche il grande Tavolazzi, che qui non canta sopra ai suoi contrabbassistici assoli (come il mio amico Andrea detesta); Tavolazzi di cui, in fondo, mi basta dimenticare che ha suonato con Guccini per non trovarlo irritante e spengere lo stereo. Su Rava sospendo ancora le parole, per parlarne più avanti con cura e attenzione. Su Sferra, pure, taccio – perché a lui dedicherò capitolo a parte, essendo il mio batterista preferito e avendo gustosi aneddoti sulla sua persona. Ah, e poi c’è anche Nature boy, che a me piace suonata in tutte le salse.
Per eventuali dubbi sull’imperdibilità del disco, basterà ascoltare pochi frammenti di Recuerdos.
Scusate che adesso ho i panni da stendere.

Rava, Girotto, Tavolazzi e Sferra: meno male che ci sieteultima modifica: 2003-08-22T16:10:00+02:00da capecchi
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2 pensieri su “Rava, Girotto, Tavolazzi e Sferra: meno male che ci siete

  1. Nausicaa è bellissimo, ma non l’ascolto spesso. Fra l’altro ne ho anche scritto due o tre parole, tempo fa. Magari poi le pubblico. (Gaia)

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