Alzarmi presto

Nonostante non mi piaccia alzarmi presto, mi piace alzarmi presto. Salire su, tenere vicina la tazza di tè caldo e la finestra davanti a me aperta, sentire il fresco ancora bello del mattino, vedere l’alberone immobile e le finestre chiuse – rumori pochi. Scribacchiare mentre si ripensa alla pita suvlaki di ieri, ordinata alla Gyrosteria e mangiata a casa – che poi il greco è l’unica trasgressione all’italiano che ci piace davvero, così incompatibili con tutto l’etnicume edibile proveniente da Cina o Messico, per dire. Poi riavere negli occhi l’immagine di lei in abito bianco e nero proveniente da boutique francese – costo più di mille dollari – mentre si muove elegante e vaporosa intorno a lui con la gamba rotta, che di fronte alla cena del “21” dice crudele, modulando nella voce una specie di noia: “E’ perfetta. Come sempre”. E allora lei, bionda, liscia e con un filo di perle al collo, piglia la porta e se ne va. Con lui che, a quel punto preoccupato e senza potersi alzare, chiede: “Lisa, quando ci rivedremo?”. Così lei, di spalle, controluce, può rispondere senza voltarsi: “Non mi vedrai per molto tempo…Comunque, non prima di domani sera”.

Alzarmi prestoultima modifica: 2003-09-14T08:42:26+02:00da capecchi
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