Dai, su, contieniti, non fare così

Sono la sola a sbracarmi in lacrime di fronte a Meg Ryan seduta sulle scale dell’ospedale, disperata, che si regge la testa e si ficca le unghie nei capelli e intanto pensa e ripensa e si chiede e si sente piccola e piange perché le è morto un paziente a cui stringeva il cuore fra le mani; e insomma lei è lì su quelle scale e la faccia dolente di Nicolas Cage è a un fiato e la guarda con degli occhi cerchiati e all’ingiù che solo lui mentre capisce proprio allora che la ama d’amore mortale e che vuole diventare un uomo e fare l’amore con lei e mandare affanculo tutti i suoi benedetti amici angeli oscenamente privi del pianto e della morte? Ecco, sono solo io a sbracarmi in lacrime o succede anche a qualcun’altro?

Dai, su, contieniti, non fare cosìultima modifica: 2003-09-17T22:24:32+02:00da capecchi
Reposta per primo quest’articolo

11 pensieri su “Dai, su, contieniti, non fare così

  1. Sarà banale ma.. il sapore della pera, l’ultimo viaggio in bicicletta con le braccia distese nel vento, il convegno di angeli sulla spiaggia… questo è ciò che ricordo. E prima o poi lo rivedrò. 🙂 stasera me lo sono perso.

  2. Non sei sola affatto… tant’è che stasera mi sono detta:”non lo rivedo, non ho voglia di piangere!”.
    Però oggi ho comprato un kilo di pere… sarà un segno?
    v.

  3. Mi spieghi una cosa, gentile signorina Gaia, sennò squinterno: come fa a commuoversi davanti alla faccia di Nicolas Cage, risaputamente dotata di sole 1,3 espressioni, davanti alla recitazione di Meg Ryan, che pure Irene Pivetti saprebbe far meglio, e davanti ad una storia che è la brutta copia de “Il cielo sopra Berlino”? L.C.

    P.S.: Per lavori in corso non ho potuto rispondere al suo comment su “Oh, Bologna”. Ne approfitto qui. Promesso che appena torneremo a Bologna lei sarà nostra ospite a cena, basta che non si parli di Nicolas Cage e Meg Ryan. Lasci qui, se crede, l’indirizzo di e-mail per comunicazioni. Comunque è impossibile riconoscermi dalla mazzetta di giornali, sempre pudicamente nascosta in una borsa a tracolla. Piuttosto, se vede uno che in Via delle Clavature, da Ordnig & Reda, compra più di venti quaderni alla volta, quello son io. La magrolina coi capelli cortissimi è la pupa.

  4. Carissimo gentile dott. L.C., le spiego subito. Lei metta insieme: storia d’amore (passionale o melensa o graziosina), Meg Ryan, un uomo a caso (anche il bolso Tom Hanks in “Insonna d’amore”, ad esempio, o appunto il triespressione Cage qui), sceneggiature (anche pessime) che indulgono in temi come Destino, Ineluttabilità, Caso, possibilmente una grande città americana come sfondo, muische ruffiane il giusto e, guardi, davvero, io verso fiumi di lacrime. Un giorno scriverò un post, sui film che – ahimè – mi piacciono anche se brutti. [Su Bologna: da Ordning e Reda io, invece, sono quella che compra sempre il quadernetto piccolo e quadrato con disegnata sopra una bambina, opure un gatto, o un cane con la macchia sul muso. O altre sciocchezze completamente inutili di cui mi riempio – bustine, appuntatrici, biglietti. Io infatti non mi posso nemmeno affacciare, in via delle Clavature. Poi: l’invito a cena sarà accettato con piacere, a patto che si parli di Ryan e Cage per tutto il tempo. Adesso mi occupo della mail] Gaia

  5. Cara Gaia, la prima volta che l’ho visto ci sono rimasta malissimo, non poteva finiire così. Io ho un debole per Meg, ho copiato le sue pettinature per anni, non capisco perchè ora si sia fatta iniettare silicone e botulino che era così bella. Comunque, l’ho rivisto ieri sera e devo dire che la recitazione di Cage mi ha irritato un pochino, ha sempre l’occhio triste a capannina e la faccia da derelitto. Ma nel complesso è un bel film americano, che trasmette delle belle sensazioni, come quella di assoluta libertà di lei che in bici alza le braccia per sentire il vento. Peccato la manfrina dopo, dovevano chiuderela così: flash sul trattore che attraversa la strada, flash sugli occhi di lei spalancati e sopresi, flash sulla candela che si spegne, buio. Sarebbe stato più efficace, no? Baciii, domani vado in montagna in trentino per 1 settimana, non so se potro accedere a internet, il tuo blog mi mancherà. Momi67

  6. Momina, io ieri ho spento dopo la scena delle scale. Sapevo che non avrei retto oltre. Comunque anch’io, se avessi potuto, avrei copiato le sue pettinature – ma come sai mi è impossibile per conformazione e colorazione tricologica. Buona montagna e grazie delle gentilezze. Ti aspetto. (Gaia)

  7. Detesto i film e i libri in cui alla fine muore una donna! Dalla Signora delle Camelie in poi… Cito un insolito Bukowsky: “Le donne erano destinate a soffrire; non c’era da meravigliarsi che volessero sempre grandi dichiarazioni d’amore”. Memoranda: 1) fare grandi dichiarazioni d’amore alle donne; 2) non farle morire nei propri romanzi; 3) non farle morire nei film tratti dai suddetti romanzi.

  8. City of Angels l’ho visto cinque anni fa, quando uscì nei cinema. Alla ragazza con la quale ero andato a vederlo il film piacque molto, a me mica poi tanto. Sarà che ho gusti difficili, che non mi piacciono Nicholas Cage e Meg Ryan in versione commedia, e che a quei tempi giravo solo in bicicletta e l’idea di farmi stendere in quel modo non mi ispirava molto, o che avevo visto Wings of Desire (Il Cielo Sopra Berlino) di Wim Wenders al quale si ispirava e l’originale era molto al di sopra del remake. Peccato questo film sia difficile da trovare, però lo consiglio. L’ultima volta, l’ho scovato in una rivendita di dvd all’aeroporto di Stansted, al modico prezzo di 17 pounds. [Ja]

  9. Però, che barba, tutti questi puristi del cielo sopra berlino…come quelli che comprano sole le borse originali, un tarocco ogni tanto è invece chic. Momi67

  10. Concordo con Momi67 sulla chiquèrie di prendere un tarocco ogni tanto, se non anche spesso, però c’è tarocco e tarocco. [Ja, quello tarocco]

I commenti sono chiusi.