Alla radio

Ogni tanto dormo in piedi. Infatti non so che facevo, domenica 19 ottobre, oltre a gustarmi l’inverno, sul fare del mattino, e il vino bianco con il Professor Andrea, sul fare delle sera.
Fortuna che c’è Lisagialla che mi sveglia.
Perché il fatto è questo: invece di perdere tempo, avrei dovuto ascoltare anche un po’ di radio, ecco. Musica e parole da blog. Una voce che una voce che una voce. E provare lo stranimento di ritrovarsi lì, di sentirsi leggere in compagnia delle altre due amichette.
Insomma, ascoltarmi Franciskje per radio.

Alla radioultima modifica: 2003-10-21T15:38:12+02:00da capecchi
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2 pensieri su “Alla radio

  1. L’esperimento è interessante e la voce di Franciskje veste a festa i post con una sola nota stonata, Robba. Quella parte non mi è piaciuta, Robba non può essere letta e umanizzata. Quando leggo dei cannellini che bollono su un fondo di pomodori minuscoli io, Robba, non la vedo compiacersi della preparazione del piatto, annusare i profumi, nutrire un’aspettativa sulla bontà della pietanza. Non lo posso fare, non mi riesce e ascolto la registrazione con un sentimento strano, da tombarolo. La lettura regala azione e vita vissuta a un qualcosa che deve rimanere immobile, congelato. Sono ritratti, quadri e foto sfumate. Questo sono. Ovviamente con questo non si vuol sostenere che Robba sia disumana, tutt’altro, ma è umanità immobile, non deve fluire, non si deve esagerare. Sono stato ovviamente lungo e probabilmente confuso. AR (aeerre@yahoo.i t)

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