D’America, ne sentivo la mancanza nel post sotto. Appunto. Ma Paolo di Tom m’ha salvato. Perché leggendo stamani il suo post di ieri, incappo in Nice work if you can get it – George e Ira Gershwin, ragazzi, mica frittelle.
E allora sposto Vian più in là, con anche un certo modus di spregio, e pesco dalla colonna dei ciddì quella raccolta presa all’HMV di New York – l’HMV di fronte a Macy, dico (ah, fitta acuta di dolore in pieno sterno). Per 8 dollari e 99 mi son portata via Ella, Sarah, Nina, Dinah, Shirley e Betty che mi scodellano un omaggio a lui, George fascinathin’ embraceable Gershwin. Care care care care tutte voi. Cara Ella, che mi ricami così quella Nice work if you can get it e poi Shirley con Our love is here to stay e Sarah che mi sbrindella il cuoricino in Someone to watch over me, con tutti quegli archi che spargono velluti. Frrrrrrrrrrr (brivido). Aaaaaaaaah (sospiro). Dio, come si fa a non desiderare adesso di avere una pista lucida, con tavolini intorno, una big band che suona in giacca bianca e un ballerino giusto da cui farsi stringere e roteare, mani strette e corpi vicini ma non troppo, tu con scarpe a mezzo tacco, un abitino di raso nero e un sorriso di quelli semplici e splendidamente vani, perché cos’altro c’è oltre la musica, la pista e il modo in cui porta il cappello il tuo cavaliere? Poi tornare al tavolo volteggiando e ridendo, i sassofoni swinganti e complici, bere ancora qualcosa di molto chiaro e liscio. Mandar la testa indietro ed i capelli, in uno sgocciolìo finale di parole che s’accomodino fra le sillabe di I’ve got a crush on you. Infine alzarsi, tenendo in mano una borsa piccola di perline nere. Stringersi nel soprabito ma senza far vedere troppo che si ha freddo. Uscire fuori e fuori c’è New York.
Da Vian a Gershwin: ruota la gonna su una pista lucida
Da Vian a Gershwin: ruota la gonna su una pista lucidaultima modifica: 2003-10-24T12:05:00+02:00da
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