Porto franco

Ebbene, quegli amori lì, che si toccano il collo del piede nel mezzo della notte e si dicono parole nell’orecchio mentre intorno tutto è partenza, accadono solo in certe zone di porto franco. Dove si va per non stare. Dove i fatti si sgretolano nell’immediato presente. E, comunque, la bruttezza immota e segnata di lui che canta con la voce di cartavetro More than this farebbe innamorare qualsiasi fanciulla abbandonata in mezzo a luci non previste.
(Sì, alla fine ho visto anch’io Lost in translation).

Porto francoultima modifica: 2004-01-14T09:40:42+01:00da capecchi
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3 pensieri su “Porto franco

  1. un film impalpabile come è spesso la realtà. ma con grande e femminile attenzione ai dettagli. quest’estate sono stata all’hyatt di houston e in effetti mi aveva colpito. dopo aver visto il film invece sono andata per settimane di seguito a bere all’es hotel, l’unico albergo di roma lontanamente paragonabile. affaccia sulla stazione. devi venire. (robba)

  2. Benedetto Brian Ferry che la scrisse. Dovrei vedere il film perchè questa è tra le cose dure da raccontare, però mi aspetto qualcosa tipo “You got it” di Roy Orbison rallentata e sgranata nella voce di Whoopy Goldberg in “A proposito di donne”. OK metto in lista Lost in Translation! Mi avete convinto. [FranCiskje]

  3. Gaia ti confesso, all’intro strumentale di ‘more than this’ ho pensato:”Dio, fà che non senta quel falsetto in bocca a lui”. Non credo che sia stata un’idea della Coppola farglielo cantare 1 ottava sotto. E’ lui che è così: roco e malfermo, come il personaggio del film. Splendido come un impossibile Chet Baker. (qw)

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