Lauzi, Bernardo e la chitarra

Oggi è una giornata di vento. L’odore pieno del dolce al cioccolato preparato per stasera s’aggira per casa come cosa viva. E ascolto Back to jazz, quel disco di Bruno Lauzi che mi piace davvero molto: vecchi standard e tre suoi inediti. Laddove, tanto per ribadire, l’italiano col jazz si sposa, tipo in quella strepitosa Diano Marina, che canta la volgarità delle vedove quando bevono champagne.
Sarà il fatto che c’è Conte al vibrafono. O forse che io ho una passione per Lauzi, da quando sentivo cantare Il poeta alla chitarra, per la voce di Bernardo che certo di professione cantante non è eppure, secondo me, è una delle voci che più sollevano particelle commosse d’anima. Bernardo, quando ha la chitarra in mano, canta le canzoni che vuole lui, con la voce mai gridata, sempre come per sé, e inevitabilmente capita che gli altri comincino petulanti a chiedere “Mi fai questa? No, dai, fai quest’altra. Perché non suoni quest’altra ancora?” e allora lui si stufa, smette di suonare, appoggia la chitarra, manda tutti affanculo e spesso pure s’alza, con gesto rapido e breve; e magari s’accende una sigaretta. Senza neppure aver suonato Il poeta.
Era davvero molto tempo fa.

Lauzi, Bernardo e la chitarraultima modifica: 2004-01-15T16:50:00+01:00da capecchi
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