Le fisarmoniche

Le fisarmoniche procurano sempre quell’attorcigliarsi delle budella che ti coglie impreparata, magari mentre cammini sotto a un portico. E non importa che si suoni bene come i due ragazzi silenziosi e vagamente tristi di piazza Maggiore. Perché a suonare può essere anche un vecchio sdentato e sudicio seduto quasi in fondo a via Oberdan, prima della laccatissima rosticceria d’angolo. Quando chi suona suona bene, allora è tango e morsi nella carne e rossi accesi che t’abbagliano e carne calda che struscia eppure è fredda perché ovviamente crudele; è addii o ritrovamenti ma con rabbia, con dolore, con passione indecente. Invece quando chi suona suona un po’ così, pezzi da orchestrina di balera, non penserai che le cose cambino di parecchio, per caso: il rovello c’è lo stesso. Allora però si tratta di sagre di paese e di quel vecchio liscio che da qualche parte qualcuno suona ancora; dove uomini con le grosse mani ruvide stringono alla vita donne con le sottane che tirano sulla pancia e si vede il sottabito sul polpaccio. Ma tutti ridono e gli occhi brillano un po’ di niente e un po’ di quel bruciore che dà l’aria quando è piena d’odori forti – zucchero filato e salsicce e vino rosso nei bicchieri di plastica. Sono quei posti con le fisarmoniche dove tu pensi che non andresti mai eppure se qualcuno ti ci portasse è facile che balleresti tutta la notte, coi capelli che si fanno odorosi di croccante caldo e sudore.

Le fisarmonicheultima modifica: 2004-02-18T13:25:00+01:00da capecchi
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4 pensieri su “Le fisarmoniche

  1. La sensazione è proprio quella, e mi piacerebbe mi ci portassero, in un posto così, mi renderebbe davvero felice 🙂 Bel post. Ciao.

  2. La fisarmonica è lo strumento che più mi prende e mi emoziona. Mi ricorda qualcosa dell’infanzia e della giovinezza, quando c’era una fisarmonica nelle sere d’estate, la festa era già partita, come fosse già riuscita. Anche qui a Milano ci sono i suonatori di fisarmonica, ce ne era uno in via Dante che era un russo, un artista virtuoso e favoloso; poi ci sono gli ambulanti sui mezzi pubblici con melodie balcaniche che ti verrebbe voglia di ballare o di piangere per una nostalgia che non voglio ricordare, piangere eo ballare là, subito, in mezzo alla folla dei pendolari…

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