Le stanze di Gaia

Tre umori musicali

Ma chi è questo venticinquenne canadese che si fa chiamare Michael Bublé? Intanto ho preso il disco, poi vediamo. Per adesso mi aveva sorpreso più volte mentre cantava Moondance alle sette e quaranta del mattina in direzione Anzola. Ballavo fra il sedile e il volante. E i camionisti dietro. Ma per soddisfare i miei mutevoli umori era necessario soggiacere a Little Lovely Brad. Dunque Anything goes, con il suo solito trio, adesso è qui, sta suonando e fin dalle prime diteggiature riconosci l’amore, quando lo senti. Aspetto solo di ascoltare di nuovo Tres palabras, come quest’estate a Perugia e Smile, che mi riporterà estati vermontiane di prove con Janine dalla voce sudafricana. Poi però m’è cascato l’occhio su di lei, la vecchia Holly Golightly, che mi guardava così, occhio sgranato e guanto nero, nella tristezza luminosa di una qualsiasi colazione da Tiffany, e allora ho agguantato anche il terzo disco, adatto per malinconie metropolitane, rapide come un taxi perduto per un soffio, con Moon river che scende giù dalla scale anticendio.
Mi piace la mia musica. E’ bella e mi descrive.

Tre umori musicaliultima modifica: 2004-03-03T19:00:00+01:00da
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