Continuati brividi con sax e fisarmonica

Di lui avevo già scritto perché, molto presuntuosamente, lo vivo un po’ come una mia lontana scoperta – e non è che sia proprio così, si badi bene. Ma io quando lo sento me lo cullo come mio e provo una specie di piacere che è decisamente fisico. Del resto era proprio tanto che non andavo a un concerto e venivo presa da un brivido continuo, durato ininterrottamente per tutti i venti minuti del primo pezzo. Non ci credevo, eppure i brividi sparivano e mi riarricciavano la pelle, subito, neanche a lasciarle il tempo di tornare liscia e tranquilla. Dopo quei venti minuti, giuro, avrei anche potuto alzarmi e andare a casa: avevo già sentito tutto quello che c’era da sentire e avevo già provato abbastanza. Ero paga. E ricordo a stento qualcosa del genere, almeno ultimamente. Già.
A Dozza imolese, ieri sera, in un piccolo teatro dalle travi in legno sul soffitto, suonavano i sassofoni di Javier Girotto e la fisarmonica di Luciano Biondini. Un duo che stordisce e lascia a bocca aperta – struggimento e stomaco aggrovigliato, languori sudamericani e passi di danzevole poesia, se necessario battuti forte, col piede di tango, sul palco attonito, in attesa. Non è che stai lì e li ascolti passivo e applaudi perché così si fa. No, io avevo l’impulso di saltare in piedi sulla sedia e far scrosciare schiaffate d’applausi alla fine di ogni pezzo; ne avevo un bisogno concreto, che mi scappava dalle mani e dalla voce. Quei due lì mi chiedo da dove sbuchino. Il fatto è che quando suonano ti affondano le mani nello stomaco, ti strappano le budella e non si stancano mai di rigirarsele e maneggiarle a loro piacimento, ma sempre con cura e rispetto. L’incantamento in cui ti precipitano è però anche sorprendentemente dolce e antico: il soprano di Girotto dice cose piccolissime e leggere, la fisarmonica asseconda con fragile zigzagare – ti tintinnano negli orecchi gocciole di memorie e visioni di lontano e immagini appoggiate su un filo sottile e altissimo. Poi Girotto agguanta il baritono e rumoreggia grintoso e ruvido, scartavetra e azzanna; allora Biondini, dietro, scuote i riccioli corti sulla fronte sudata, sorride e abbraccia la fisarmonica ché quasi potrebbe scappargli di dosso e invece resta lì, a soffiare. Insomma, ti senti presa per le spalle, scossa forte e guardata negli occhi; giusto un attimo che è l’attimo prima dell’abbraccio sudato e caldo e scorzosamente dolce dell’amore.

Continuati brividi con sax e fisarmonicaultima modifica: 2004-05-01T16:35:00+02:00da capecchi
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5 pensieri su “Continuati brividi con sax e fisarmonica

  1. Ah, Girotto-Biondin i! E pensa che sono appena tornato dalla conferenza stampa di presentazione del Pistoia blues festival, che quest’anno avrà sul palcoscenico un tasso di colesterolo inimmaginabile! E leggendo il tuo post la mente corre subito a quello splendido concerto Galliano- Portal all’area ex Lenzi di Quarrata, una gioia per le orecchie e per lo spirito. Avrei voluto esserci anch’io, a Dozza Imolese, e una volta tanto riempirmi gli occhi, le orecchie e l’animo di cose buone e belle.
    (Luca)

  2. ma perchè non metti nessun contatto nel blog? esigenze di intimità protetta? o sbadataggine? entrambe?
    ciao
    Logu

  3. oh Gaia, ma dimmi la verità, ma che goduria è sentire quei due. Vero, “avevo l’impulso di saltare in piedi sulla sedia e far scrosciare schiaffate d’applausi alla fine di ogni pezzo; ne avevo un bisogno concreto, che mi scappava dalle mani e dalla voce.”. vero, vero vero.

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