L’estate

Sarà stato aver dettato quelle frasi di grammatica che riguardavano il luglio 1989 a Donoratico; o sarà stato forse sentire alla radio la voce di Mark Knopfler – i tempi in cui ricopiavi sul diario il testo di Romeo and Juliet; o sarà stato forse il sole che c’era. Fatto sta che l’estate ti si presenta all’improvviso di fronte alle ore 11.45, mentre passi in macchina sopra il Samoggia riarso, coi tuoi due sacchetti della spesa accanto. E’ tutto un celeste di cielo; di quelli con le striature bianche sfrangiate in mezzo, come al mare nei pomeriggi lenti di quando sei piccino e alle cinque mangi il gelato stringendoti l’asciugamano alla vita e sgocciolando coi capelli sulla sabbia, con le ciglia sulle mani. E’ un celeste così, che ti verrebbe voglia di girare la macchina e non rientrare a scuola, riacchiapparti il mare perduto, sdraiarti sotto un ombrellone e non pensarci più.

L’estateultima modifica: 2004-09-23T18:10:00+02:00da capecchi
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3 pensieri su “L’estate

  1. caspiterina che voglia di tornare indietro m’hai messo, vorrei sedermi sul lettino, con i capelli lunghi bagnati di mare e mamma che cerca disperatamente di districarli con la spazzola.

  2. Sull’estate ho mantenuto un pudico e malinconico contegno. Sulle scarpe però mi metto a capo della claque. Avvisata. -qw-

  3. Prof, questo pezzo non solo è perfetto, ma è anche così bello. Navigo in impegni, prima o poi, appena posso, è che a te voglio scrivere bene, non mi chiedere perchè. Sindrome della professoressa e dell’alunna, probabile. Vado a sentire questo musicista che hai detto qui sopra, sono curiosa.

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