Luoghi / 4. New Orleans, luminescente cimitero all’aperto

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New Orleans ha un profilo sfatto e sudato, che ti colpisce in faccia con l’insolenza sincera di un profumo dolciastro di poco prezzo. Ti ricorda quei visi segnati di certe donne, con la matita nera che cola e i capelli tenuti da una pinza col fiore di stoffa sgualcito e sudicio. Lo vedi bene che il French Quarter ha il sapore pacchiano ed eccessivo che piace ai turisti – che infatti affollano Bourbon street con quelle catene di plastica colorata e luccicante al collo, tutti ugualmente ridendo sgangherati. Però se solo volti a destra ed esci dal tanfo di vomito e frittura che t’attorciglia lo stomaco, sbuchi in Charles street e ti pare già di respirare meglio, anche se i capelli ti s’appiccicano al collo madido. Saranno quelle terrazze di ferro battuto, ghirlandate di piante e facce nascoste che vedi all’ultimo momento guardarti dall’alto; oppure i piccoli cortili interni che nascondono chissà che, nel buio ristoratore; o ancora il freddo che esce dalle gallerie d’arte.

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Naturalmente senti sempre della musica. S’arricciola sulla tua testa da ovunque. Esce dai locali, scende giù dalle ringhiere, si stacca dagli angoli delle strade e dalle piazze, sa di vecchio e di sale da ballo. Non è mai musica da ascolto, ma da piedi in movimento e cosce che strusciano. Musica che una volta si ballava su qualche faulkneriana Nausicaa incagliata nelle paludi. Non è che sia proprio jazz; o meglio è quel jazz che c’era all’inizio, da bordelli e da Jelly Roll Morton che s’inseriva tra una calza scesa e l’altra, fuggevole e non aggressivo. E’ musica che contenta tutti, come il cibo che ti servono.

 

 

 

2c1ab7337583cb3096d6fbb9e50466ed.jpgPer lo più è un cibo disgustoso, unto, troppo speziato, sempre rifritto in qualche specie di olio, a volte è persino carne di alligatore; eppure lo mangi con gusto, ti c’insozzi le mani, lasci che ti galleggi nella pancia. Vuoi morirci, piegata sui tavolini da colazione dove ti portano in deliziosi vassoietti di cartone quei rettangoli fritti ricoperti di zucchero a velo. New Orleans è proprio così, leccarsi le dita appiccicose di bianco, mentre un gatto secco ti ronfa fra i piedi e poi scappa.
Però è anche prendere un taxi e arrivare nel Garden district, camminando in un silenzio e un deserto quasi perfetti. Candide case in stile greco, colonne e portici, grandi alberi che spiovono giù, muri d’edera infiniti. L’immobilità del pomeriggio ombroso si spezza solo quando da una casa più grande delle altre cominciano a uscire a frotte ragazzette perbene, sventolando gonnelle scozzesi e cartelle, tutto uno sgusciare di ginocchia lisce e scarpe grosse; e grandi macchine ferme lungo gli alberi, con le mamme dentro, in attesa.

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New Orleans è defunta da secoli, ormai. E’ una specie di vivissima città fantasma, dove infatti anche i cimiteri hanno la stessa importanza di tutto il resto: ci si va, si cammina in mezzo alle alte tombe squadrate, si legge l’epigrafe di qualche regina del voodoo, si scattano un po’ di foto e si esce. Fra il Sant Louis Cemetery No. 1 e un locale come il Pat O’Brien’s in S. Peter street, ad esempio, non è che ci sia tutta questa differenza, perché la fontana azzurra col fuoco dentro rilascia luminescenze cimiteriali e tutti quelli, compresi noi, che bevono l’imbevile Hurricane sembrano tanti morti viventi con le orbite vuote e le falangi ossute a ghermire i bicchieri.
Ma New Orleans è bella così, che è capace di metterti su un battello dall’enorme ruota e portarti lungo il Mississippi, mentre un’orchestrina dixieland di apparenti disabili – il tipo zoppo, quello con l’occhio storto, l’altro secco allampanato – suona contro un tramonto pazzesco e assoluto, sfrangiato di rossi e arancioni che non hai mai visto; almeno, s’intende, nel regno dei vivi.

Luoghi / 4. New Orleans, luminescente cimitero all’apertoultima modifica: 2004-10-03T23:45:00+02:00da capecchi
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5 pensieri su “Luoghi / 4. New Orleans, luminescente cimitero all’aperto

  1. Bellissimo, viene voglia di partire. Come va mia cara? Non so più su quale email devo scrivere, hotmail vale ancora? Bacioni Momi

  2. la prima foto è veramente bella . quella in alto. ha quell’equilibr io nei movimenti che vien voglia di guardarla. forse è il pavimento o la posizione della bambina che taglia le simmetrie e rende tutto così dilatato nel tempo. bè è proprio bella. era un complimento. sincero.

    J.

  3. Grazie a Robba e Julius, troppo gentili. La prima foto, comunque, piace molto anche a me. Per Momi, invece: va bene hotmail ma anche virgilio. Dove vuoi tu. (Gaia)

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