Le stanze di Gaia

Alunni / 4. “Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”

A Gianluca piace Foscolo e tutti i poeti che declamano forte e chiaro. Quelli con tanti capelli o con nessuno, come D’Annunzio. Gli piacciono i poeti decisi, che si mangiano la pagina in un boccone e poi escono di casa torvi, chiudendosi in qualche lungo e scuro mantello. Gianluca dice che Montale non gli piace, ma io non ci credo e incalzo. “No, non è che non mi piace, è che lo leggo e mi fa stare male”. Ah, però. Gianluca durante le lezioni prepara piccole porte di carta, le nasconde dietro diari e astucci e gioca a pallina con l’amico Joe. Io, in genere, agguanto le porte e gliele strappo sotto gli occhi. Lui fa finta di restarci male ma poi ride di nascosto. Gianluca, tutti i giorni, vuole venire alla cattedra e farsi interrogare: a volte lo chiamo anche se non mi serve. E’ che mi diverto e sto lì ad ascoltarlo con un mezzo sorriso mentre lui dice: “Mi chieda Alla sera, mi chieda Alla sera“. Vuole che io gli dia ottimo, ma io non glielo do mai, anche se fa delle interrogazioni spettacolari. “Ma perché no?”. “Perché voglio un’interrogazione con il guizzo”. Lui protesta un po’ ma poi credo che capisca cosa voglio dire e il giorno dopo è di nuovo lì che vuole parlarmi in versi. Naturalmente sa a memoria La pioggia nel pineto e non ama i futuristi: quelle parole all’aria non gli dicono granché. Sa invece di cosa parlo quando parlo di Ungaretti e parole scarnificate: abbraccia il piccolo Alex e gli sparpaglia nell’orecchio Veglia, insultandolo perché lui non se la ricorda. Una volta ha vinto una piccola gara di lettura da me indetta: il premio era un libro e lui mi ha chiesto espressamente Il fu Mattia Pascal. Gianluca durante la ricreazione gioca a calcio e sembra che dei poeti non gliene possa fregare di meno. Non frequenta tutti amici che mi piacciono e spesso parla troppo. Quando devo spiegare un autore nuovo, si lamenta ma alla fine della spiegazione mi dice sempre: “Prof, mi interroghi subito, adesso”.
Gianluca ha occhi enormi, lucidi, affogati nel nero e non so se la sua vita è stata sempre felice. Gianluca ha tredici anni e una testa di capelli folti e ricci, come Foscolo. Però neri. Lui li ama molto; e anch’io.

Alunni / 4. “Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”ultima modifica: 2005-05-18T18:20:00+02:00da
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