Avevo perso

Mi mancano molte cose. I pomeriggi d’inverno camminare verso la stazione di Firenze, in testa ancora i versi di qualche poeta e gli sguardi chiari degli americani a lezione. Le discese di mattina verso il Grill, per bere caffè lungo, mangiare il mio muffin e controllare la posta – intorno un Vermont confortante nella sua comprensibilità. Mi mancano molti musicisti che ho sentito suonare. I sassofoni di Girotto o le mani di Brad, lievi, e le sue spalle. Quello che però non ricordavo mi mancasse è l’odore della scuola. L’ho riconosciuto stamani, denso e concreto. Fatto di fiati e sudori e panini al salame sotto il banco e tè alla pesca buttati nel cestino e finestre non aperte perché entra il freddo. Mentre aspettavo sulla porta che arrivasse il professore della quarta ora, l’ho riconosciuto e ho capito che non lo sentivo da troppo tempo. Avevo perso qualcosa e non me n’ero neppure accorta, come accade quasi sempre con le cose che contano.

Avevo persoultima modifica: 2007-01-31T15:00:00+01:00da capecchi
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2 pensieri su “Avevo perso

  1. ciao gaia. volevo solo dirti che e’ nata viola.scritto mail ma non so piu’quale indirizzo e’ quello giusto.baci susanamericana

  2. Susan! Ma che bello. Una sorellina per Pippolo. Vi immagino spesso là, nel sole e nella sabbia di San Diego e vi penso felici. Abbraccia e bacia tutta la famiglia. Ah, il mio indirizzo è quello indicato qui sul blog: nomecognome@vir gilio.it. A presto.

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