Opposte


Mi agitano opposte voglie.
Una è tutta italiana: Umbria jazz, ora, subito, adesso. Chiudere gli occhi e riaprirli ai Giardini Carducci, col caldo ventoso di Perugia e i Funk off che suonano rumorosi e sbracatissimi. L’Arena Santa Giuliana immensa e poco adatta ma il cielo sopra, però. E il concerto di mezzanotte laggiù in fondo al centro, con gli occhi che si chiudono e magari Fresu con Uri Caine; oppure che ne so. Scoprire un altro Mehldau e addormentarsi mentre suona qualcosa per te.
L’altra invece è tutta americana: Middlebury Middlebury Middlebury. Me lo sento nelle ossa che non ci tornerò mai più. In quel posto solo mio che è triste e malinconico come tutti i paesini nascosti dell’America, anche se in mezzo c’è un’università, un Wallmart e un posto dove andare a bere Long island ice tea. Perdermi là, dentro al nulla, passare il resto della vita a leggere libri muffiti in una casa di legno che sa di cannella anche se l’odore di cannella non ti piace per nulla però in fondo, alla fine, ti ci sei affezionata.

Opposteultima modifica: 2007-05-21T21:45:00+02:00da capecchi
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5 pensieri su “Opposte

  1. Vero, Burning bonsai. Impossibile. Mi pare addirittura, una volta, di essere salita in piedi sulla sedia, come tanti altri. Perchè che fai, quando suonano: te ne stai lì seduta ad ascoltarli e basta?

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