Basta, ho deciso. Ora spengo tutto. Che fuori c’è un cielo color piombo e i fulmini lo rigano da qui a lì, dove lì è la scuola dei Salesiani che vedo dalla finestra. Basta, spengo. Mi alzo e vo via. A guardare Una mamma per amica che è proprio un’eternità che non vedo più, ad ascoltarmi un disco dalla stereo invece che dalle casse del computer, a preparare la cena, a guardare fuori. Ma spengo, giuro, spengo. La bufera incombe, lo strappo nel cielo di carta del teatrino è ormai qui, il vento solleva foglie cartacce rimasugli di caffé. Spengo, davvero. Chiudo i miliardi di documenti word aperti, le cento pagine dell’Explorer qua sotto, gli omini tondini di MSN e la musica che ascolto ora, mentre il rantolo del temporale si srotola lontano. Chiudo tutto e ciao. Vi saluto. State attenti ai lampi, però. Click.
la bufera è appena stata qui, ha scaricato grandine a pallettoni, ha soffiato asciugamani stesi e sedie di plastica via dai terrazzi, poi qualcuno deve aver richiuso il settimo sigillo dell’apocalisse. adesso abbiamo preso coraggio e stiamo provando a mettere su un tramonto anche se un po’ improvvisato.
Da noi niente tramonti, solo apocalissi.
Capisco e sottoscrivo, anche per me gli unici conforti di questi giorni sono gli alunni ed Una mamma per amica V serie in dvd. Ma l’attore che interpreta Jason Stiles con quella sua “s” meravigliosa che accento strano ha (in originale)? Da dove viene? Badate se gli unici neuroni rimasti liberi dalla grammatica e dalle stupide competenze volute dalla dirigenza deve perdersi (o lasciarsi salvare) dall’accento di Jason Stiles.