Maglietta

Ritorna il magone. La sospensione da leggerezza è durata poco. Anzi, a dire il vero non è durata affatto. Ché mentre sceglievo i libri alla Feltrinelli c’era intorno una cappa pesante e irrespirabile, a colare giù giù su tutte le copertine e le facce dei commessi che litigavano tra loro ad alta voce. Però non è la pesantezza piombata – seppure indiscutibile – il tema del giorno. E’ di nuovo, piuttosto, questo senso aspro e dolce dell’addio. E’ ricevere una lettera che si intitola Non lo so è difficile dirlo e poi dentro trovarci un Grazie. Leggere le mie bambine che fanno il conto alla rovescia e scrivono quanto sentiranno la mancanza di tutti. Forse è questa pioggia. Chissà. Ma certo che anche oggi non si è scherzato. A tratti il pensiero scomodo di essere stata invadente, di essersi intrufolata troppo. Pensare di scusarsi, per questo, ma trovarlo stupido.
Poi, però, accade che tutto cambia di nuovo e si ribalta in una risata gioiosa, bella, piena. E’ che all’alunno della maglietta, io, la maglietta Mi sono dato una bella regolata gliel’ho chiesta davvero. E allora lui mi scrive e mi dice che sta cercando di procurarsela, per consegnarmela alla cena di classe della prossima settimana. Poi, dubbioso, conclude: “ Prof, vorrei tanto sapere che cosa se ne fa di quella maglietta”. Davvero, vorrei tanto saperlo anch’io, penso mentre rido e mi sento leggera, sciocca, piccina, proprio come stamani avrei voluto essere e non sono stata.