Annaffiare

Due pezzi rosso, il bandonenon di Galliano nelle orecchie e la pompa dell’acqua in mano. L’una e mezzo sotto il sole trascorre così. Le piante sul terrazzo sembrano tutte enormi e quando mi metto ad annaffiare accanto al muro, mi salgono alle narici profumi intensi di rosmarino salvia lavanda albenga e timo. Più altro che proprio non riconosco ma respira così forte da stordirmi. Forse è il pitosforo; o il gelsomino. Non so. Dovrei aspettare almeno le sette di sera, per l’acqua. Ma alle sette di sera il sole ormai si è ritagliato solo un piccolo angolo sul terrazzo e allora io che ci vado a fare, fuori. Poi c’è anche più gente, in strada. E invece a me piace guardare giù, vedere l’autostazione deserta e l’asfalto che riluccica come bagnato e lasciarmi abbacinare gli occhi e poi tornare dentro casa e sentire un tuffo di fresco e di buio.

Annaffiareultima modifica: 2007-07-01T18:15:00+02:00da capecchi
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