Un ombrellone bianco


La città ogni tanto ti schiaffa in faccia delle bordate di vita allo stato puro. Colpi d’ala straordinari. Sei come presa per le spalle e scossa forte, in modo violento.
E’ successo giovedì, ma io non so perché me lo ricordo solo adesso.
E’ stato un ombrellone bianco rovesciato d’improvviso dal vento, sopra tavolini e piatti e gente sopraffatta. Un attimo. Un colpo. Di vento. Un inatteso miracolo. Sì, sì, il famoso varco, la maglia che non tiene, lo sbaglio di Natura. Eccolo lì, di fronte a me, pronto ad offrirmisi, generoso, spettacolare; ma rapidissimo. E del tutto inutile. L’impossibilità di approfittarne è stata così evidente quanto l’unicità del momento.

Subito qualcuno ha preso l’ombrellone bianco e lo ha tirato su. I signori investiti hanno sistemato i capelli e i loro sorrisi sciocchi. La realtà ha preso a fluire, impietosa, e tutto è ripreso uguale a prima. Il cigolìo si è rimesso in moto e nessuno ci ha pensato più.

 

Un ombrellone biancoultima modifica: 2007-07-02T12:23:46+02:00da capecchi
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