Il rintocco delle ore


Insomma nessuno ha voglia di lavorare. Siamo tutti qui a girare in tondo, ad aspettare di ritornare davvero, a scambiarsi fotografie e dilazionare il tempo. Sperperarlo. Perchè sperperandolo sembra di poterne avere una riserva infinita, a cui attingere per sempre. Insomma pur essendo a casa la testa galleggia in acquari di ricordi o attese o semplicemente bolle di niente. Ci si alza e si finge tutto il giorno di darsi da fare, di avere qualcosa per le mani; ma invece ci si lascia travolgere dal rintocco delle ore, dal mutare del cielo, dal freddo e dal caldo e da Polar express che va in sottofondo, all’infinito, ancora e ancora e ancora, perché la Nina lo vuol vedere e ne anticipa passi e rumori e, sinceramente, non pare che ci sia nulla di meglio, al mondo, che stare ferma seduta su un divano rosso nel mezzo di una città che riparte a fatica e insomma stare lì e guardare un treno fuori stagione e sentir dire “upi, upi, upi” [lupi] e dire “karibuuuuuuuu?” e sentirla ridere. Ecco.

Il rintocco delle oreultima modifica: 2007-08-27T16:23:25+02:00da capecchi
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