Ecco, sono un imbecille. O che bisogno c’era di mettersi a preparare questo album? Ora son qui che m’avvoltolo nella nostalgia e nella mancanza totale di scorci americani. Forse è tutta colpa degli scones mangiati a pranzo, non lo so. O forse i racconti londinesi della Stefania. O forse ancora il giochino di Facebook per cui ho vagato per giorni fra le facce sconosciute di giovani studenti con sfondo di college. Però, certo, la seggiola brucia e tutti gli aerei sembrano, adesso, buoni da prendere. Basta che siano oltreoceanici.
(Poi ci sarebbe stata anche la telefonata di Joe. Che è sempre delirante e catastrofico e dice cose tipo “Ho lasciato la scuola in fiamme” e tu ti ricordi di quando ti sorrideva lungo da lontano e tu lo pigliavi sottobraccio e gli davi un po’ noia, perchè lui non sapeva proprio come fare a parlarle e a dirle le cose giuste. Era un’estate bellissima, a Middlebury, Vermont. E ti manca.)
Partirei domani, anzi ora. Te la immagini la Nina in Central Park?
Diventerebbe matta. A correre qua e là ridendo.
Salve!!! Passavo di qua e lascio un bel commento, non centra tanto con il suo intervento ma le volevo solo dire che: tra un po’ comincia la scuola e io non sarò all’Irnerio ma al Copernico (devo confidarle che un po’ di paura ce l’ho) perciò non potrò più assistere ai suoi sorrisi il lunedì mattina che mi davano la forza per iniziare la settimana, alle sue piacevoli spiegazioni (non tutti i prof sanno rendere le loro spiegazioni piacevoli, eheh) e alle sue parole di conforto per quanto riguarda una persona. Tutte queste cose e altre che non sono stata a scrivere mi mancheranno molto, compresa la sua presenza in classe…
Baci Tanya
Grazie cara Tanya. Sai già che non ci perderemo certo: puoi scrivermi ogni volta che vuoi e raccontarmi tutte le tue novità. E poi verrai a trovarmi, spero. Un abbraccio grande.