Il suo ragliare disperato

In qualsiasi modo uno si senta, ascoltare Tom Waits è un bel grumo che si arrotola nello stomaco, un groviglio indistinto di carne e alcool, di New York e fumo. Vedi le strade bagnate, vedi i bidoni, le insegne al neon che frizzano nella notte, gente che barcolla tenendosi su un piede solo e sai bene perché: è il dolore, … Continua a leggere

Falle temporali

Sono stanca, non ho lavorato alla grammatica, ho fatto la spesa e ho mangiato un altro wafer al cioccolato. Attualmente vivo giornate che sembrano spaventose falle temporali, dove tutte le ore rotolano via lasciandomi a stringere in mano pezzetti di niente. Me ne sto tutto il giorno seduta qui e non succede nulla. Non ascolto neppure della musica, se non … Continua a leggere

Di nuovo

Ho scritto l’inizio di questo post sul primo giorno di scuola non so più quante volte. Cancellando e riscrivendo e cancellando. Volevo scrivere un pezzo perfetto, non so perché, che cosa stupida. Ora basta, però, non cancello più. La scuola è iniziata, io ho ascoltato Sticks e qualcuno è passato a trovarmi, ad abbracciarmi. Nelle classi il solito odore di … Continua a leggere

L’aria di settembre

Un vassoio di pizzette nella mano sinistra, l’oggettino nella mano destra e si cammina in strade note, il sole intorno, una felicità concreta e piccola, fatta di un pacco trovato nella posta: i disegni del libro di grammatica che sono proprio come li volevi, come li immaginavi. Ossia ragazzetti svelti e buffi, vestiti come si vestono i ragazzetti e pure … Continua a leggere

Sempre

Mi manca di continuo; mi manca troppo. Non c’è nulla che io possa fare per evitarlo. Il pensiero di quel perduto paese lassù nel Vermont è sempre lì, che mi fa arrotolare nella nostalgia. Non è che ci pensi sempre, ma ci penso sempre. Sono finita a rileggermi qualche vecchia memoria middleburiana e sono ricascata giù di testa nel verde … Continua a leggere

Così è (se vi pare)

Ho deciso che porterò le nuove belve, che giovedì finalmente vedrò, a teatro. Una domenica pomeriggio d’inverno. Così è (se vi pare). Lo pregusto già. Il fatto è che Pirandello è da molto molto tempo uno dei preferiti. La faccenda dell’identità mi ha sempre affascinato come poche altre cose. Tutto quel sovrapporsi di ruoli e maschere. Tutto quel sentirsi soli … Continua a leggere

Con un certo magone

Un po’ di Brad, solitudine, la pioggia ormai andata via – vetri asciutti su cui forse, più tardi, pioverà ancora. Passo queste serate da sola, cene che sono oltraggi alla corretta alimentazione, la Nina che dorme, io che mi perdo, giro per casa e per qui, ma svagata, senza interesse vero. Oggi ho conosciuto il mio destino scolastico: che buffo, … Continua a leggere

Un mondo già visto

Facce facce facce. Odori, anche molesti. Nuche. Strette di mano e sorrisi; falsi, alcuni, secondo me. Abbronzature decise di chi non ha avuto un beneamato nulla da fare tutta l’estate o braccini sbiaditi di mamme stressate. Riccioli che non ricordavo. Alcune voci nuove. Qualche ridicolo signore dal capello fluente e la voce insopportabilmente bassa; con quell’accento smaccato e volgare, becero. … Continua a leggere

Oltreoceanici

Ecco, sono un imbecille. O che bisogno c’era di mettersi a preparare questo album? Ora son qui che m’avvoltolo nella nostalgia e nella mancanza totale di scorci americani. Forse è tutta colpa degli scones mangiati a pranzo, non lo so. O forse i racconti londinesi della Stefania. O forse ancora il giochino di Facebook per cui ho vagato per giorni … Continua a leggere