Tango


Questa voglia di tango che m’è presa. Chi lo sa poi perché. Fuori piove, ma non so se c’entra. Certo piove molto; a bordate e gemiti. Frustate di vento che sbattono l’acqua sulle piante del mio terrazzo e sui vetri delle finestre, tutte. Invece io ho voglia di tango. L’avessi mai ballato una volta, poi. L’ho sempre voluto imparare e non l’ho mai fatto. Una volta pensai la stessa cosa del suonare il sax: tre giorni dopo avevo lo strumento fra le mani e mi ero iscritta a lezione. Allora magari lunedì m’iscrivo da qualche parte, chissà. Comunque per supplire alla mancanza di danze e soprattutto di scarpe adeguate, rispolvero Piazzolla. Poi prendo Saluzzi. Se non posso ballare vuol dire che almeno ascolterò. Il che non è male, perché forse ballando non si può pensare mentre io così posso farlo e immaginare tutto ciò che voglio. Il bandoneon spinge, s’inarca, e il violoncello dietro, in mezzo. Ma sì, forse è meglio così: ascoltare, perdersi là dentro, in musiche che s’avvitano intorno al corpo, mischiando aria e battito, sobbalzo della gonna e colpo rapido del piede. Forse ballare il tango è cosa destinata a pochi, inquadrati bloccati in un cerchio di luce, in un cerchio di gente su un pavimento di legno nel mezzo di una città dell’Argentina. Forse non è per noi, che non abbiamo l’occhio bistrato di nero né umori ombrosi da balera. A noi forse ci basta d’ascoltare, lasciando che l’arco del violoncello assesti il suo affondo là dove capita.
Intanto rotolano lunghi tuoni lontani, s’infrangono lampi e la pioggia non smette, ossessiva.

 


http://capecchi.myblog.it/media/00/02/846ca2f31bc1052a5d6d250a4ecfb2cb.mp3

 

(Dino Saluzzi e Anja Lechner, Ojos negros. Musica per chi cerca il tango ma non lo sa ballare)

Tangoultima modifica: 2007-10-06T22:50:00+02:00da capecchi
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7 pensieri su “Tango

  1. Ecco, il tango proprio non l’ho mai sentito come musica mia, però mi ha sempre affascinato appunto come cosa d’altri che non mi appartiene. Eppure, se la geografia ci fosse amica (dopo febbraio), mi sarei iscritta volentieri con te ad un corso. Le risate sarebbero state assicurate.

  2. Paolo, ma via Borgo Viterbo non è a Pistoia? Perchè se è quella che dico io, non sai quante volte ci sono andata, a fare stretching (sì, lo so, è ridicolo, ma in un’altra vita facevo stretching). Adesso, qui a Bologna, è tutto un avviso di lezioni di tango che spuntano dappertutto, come funghi, e io, poi, finisce che mi sono stufata già prima d’iniziare.

  3. Eh, infatti: io sono di Pistoia, ci ho vissuto fino al 2002. Tutti (genitori, parenti, amici, compagni di musica) sono ancora lì. Invece io sono a Bologna. Ma ci sto bene, eh. Non mi sto lamentando.
    (Avevo visto, appunto, che anche tu sei di Pistoia o paraggi)

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