Le stanze di Gaia

Risucchio


Che strano. Nei momenti di stanchezza o difficoltà o dolcezza, io ascolto i Doctor 3. Quando li sento mi dà sempre, sempre, l’impressione di entrare a casa. Infatti ieri ho cercato subito I will come la suonano loro; e adesso che mi si chiudono gli occhi e vorrei solo dormire un sonno semplice e lungo mentre son qui a scrivere verifiche di grammatica, anche adesso, ecco, ascolto i Doctor 3. Fanno una musica che non si deve star tanto lì a capire; ma c’è e ti asseconda, ti segue. Se hai bisogno, è lì, per te. Allora in questi giorni così pieni, così stratificati, mi servono loro. Per respirare e rallentare. Fermarmi, un secondo. Ché galleggiano in testa  nuovi alunni che mangiano la frutta a pezzi nella vaschetta di plastica, vecchi alunni presso le cui abitazioni praticamente vivo e che mi chiamano trepidanti per darmi belle notizie sui loro voti, mille voci sovrapposte, parole nuove, discorsi vecchi anzi vecchissimi; e poi sorprese, arrivi, libri accatastati in cucina nel bagno in camera accanto al computer sul divano per terra e anche nell’armadietto della classe, pranzi fatti un po’ a caso, cene pure, matrimoni in arrivo e problematiche (drammatiche) di scarpe, abiti in seta, temperature da controllare; bambine da andare a trovare, lettere a cui rispondere (e altre no, certo), gite lontane da organizzare, apposizioni da analizzare. In questo spaventoso e bellissimo risucchio di cose mi perdo, sbando, soffoco. Dunque devo ascoltare i Doctor 3. Inspira, espira. Una, due, tre volte. La Nina mi chiama di là e vuol giocare a “Buonanotte / Svegliati”, che è un gioco nuovo che facciamo, tutto per aver la scusa di farmi dare un bacino come lei ha imparato a dare da poco. E insomma in mezzo a tutto questo non resta che ascoltare un altro pezzo del trio domestico e poi dormire, se si riesce; ignorando il cane nero e ringhioso della grammatica sempre qui pronto ad azzannarmi il collo.

Risucchioultima modifica: 2007-10-10T00:24:46+02:00da
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