Le stanze di Gaia

Nulla

Una giornata scivolosa e imprendibile. Ma non credo sia l’ovatta nel cielo, no.
Col cucchiaino del caffé sospeso a mezz’aria, stamani presto, pensavo al telefono che è squillato nel cuore della notte, un numero non visibile, qualcuno che ha riabbassato. Il cuore che mi galoppava forte. Perché il trillo, nel buio, nel sonno, nel silenzio è sempre un urlo angoscioso e funereo. Poi un messaggio subito dopo: “Un bacio, scusa, ho sbagliato”. Da un numero che non conosco. Anzi, il messaggio era scritto così: “un bacio.scusa.o.sbagliato”. Questo, più di tutto, mi ha convinto che non era nessuno che conoscevo. E ho pensato anche alla stupidità di una persona che manda un bacio nella notte a qualcuno che non sa chi sia. Andar distribuendo baci come fosse un po’ di polvere che ci si scuote di dosso.
Mi sono riaddormentata a fatica. E con rabbia. Una rabbia sorda e cattiva che è durata. Che si è fermata solo a scuola. Il mio bozzolo indistruttibile di bene. Di gioia. Solo mio – e loro, certo. Dove arrivo e uno dice “Prof, cos’ha?”. Allora sono costretta, per forza, a rispondere “Niente”. E finché son lì è proprio così: non c’è niente che non vada, la vita mi passa attraverso, al solito, le stagioni fluiscono, i ragazzini prendono ottimo o sufficiente, si meritano feste regali e striscioni, e persino gli alberi della Montagnola, dalle finestre, appaiono verdi o rosa. Dice sia la primavera. Che orrore che è. Che stagione idiota. Che brutto colore ha addosso la gente e che vestiti sbagliati portano tutti – me compresa. Solo un paio di scarpe rosse, precise, crudeli nel loro vertiginoso tacco appuntito, hanno forato come un proiettile il nulla. Si son stampate lì, negli occhi, ché avrei voluto dirlo, alla secca signora dai capelli arancioni che le indossava: che belle scarpe che ha, lei, ma lo sa che feriscono? Lo sa che è la scelta perfetta per la giornata? Poi sono passata oltre, zitta.
Funzionano da dirigibile in questo cielo opaco solo due cose, in effetti straordinarie: la voce di un’amica che c’è. E c’è sempre. Perché è un’amica vera che sta lì e non si tira indietro, mai. Come del resto pare accada nelle amicizie per davvero. E poi i piedi nudi della Nina, i capelli fini della Nina, le mani sporche della Nina. La Nina , insomma, forse, tutta quanta.
Per il resto: un bel falò. Spazzolare bene via la cenere. Guardare se è rimasto qualcosa. Osservare meglio: nulla.

Nullaultima modifica: 2008-04-17T14:57:58+02:00da
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