Bei giorni

Sono stati bei giorni.
Joe è partito oggi e io ho camminato nel sole con un groppo in gola e gli occhi lucidi, perché l’avevo salutato in fretta e male, senza dirgli nulla. Senza dirgli nemmeno grazie. E’ vero che a Roma lo rivedrò. Sì, ma è diverso.
Mi è piaciuto averlo qui a casa. Che ogni tanto usciva. Andava a correre o comprare una pistola. Si lasciava fissare dalla Nina. Telefonava a Lucianino e poi diceva: “Ga-ja, ho pensato di questa scena”. Poi si usciva noi tre insieme e la città di notte pareva una biglia lucida. Solo qualche goccia impercettibile sopra le giacche e i capelli. Mi piaceva averlo qui e guardarlo mangiar piano e brindare con vino rosso che lui non beveva. Infatti io poi vedevo tutto come a Middlebury: sfocato. E ridevo quieta e appoggiavo la testa persa sopra la mano. Mi lasciavo andare indietro sulla sedia rossa, svagata, gli occhi pesantissimi di sonno, con il cervello da un’altra parte. Addormentarsi per qualche minuto quando addormentavo la Nina. Poi rialzarsi e Joe era sempre lì a parlare con Lucianino di spaghetti western e di dialetto siciliano.
Sono stati bei giorni. Strani, dilatati eppure brevi, poco pesanti. Con del senso dentro. Pranzi e cene fuori, pizze, il gelato alla nocciola più buono che abbia mai mangiato, amiche che partono eppure ci sono, fotografie e progetti semplici.
E’ quando vivi le cose e le senti. Senti tutto in quel modo come appoggiata alla sedia durante la cena, svagata e gli occhi persi: guardi le cose da quel punto lì, perché le afferri meglio, se ne resti appena poco fuori. E’ quando ti pare che tutto ti appartenga e sei certo di avere molto, dentro e fuori di te, e vuoi darlo e cerchi chi se lo pigli e alla fine ti ritrovi ad asciugare delle lacrime che non sai da dove escano. Né perché, esattamente. Ma se qualcuno le vuole, tu gli dai anche quelle. Che nulla, di te, vuoi che resti a te.  

Bei giorniultima modifica: 2008-04-23T22:27:43+02:00da capecchi
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