Questa luce

Spagna

Stamani piove.
A Roma non è mai piovuto e c’era questo sole caldo che dava a tutte le cose un’idea di assolutezza irreale. Che i gialli eran gialli i blu eran blu e non ti potevi sbagliare: le case e le strade e i fiori e gli ombrelloni sui tavolini dei bar avevano contorni netti eppure restavano lì sospesi, a dondolare piano, nel vento. Infatti c’era anche vento; ma caldo ma anche freddo da farti mettere soprabiti neri prima sì e poi no. E le facce di tutti sorridevano, la borsa argento brillava di bagliori estivi e si poteva camminare senza calze, con gonne a righe o abiti che cadevano giù perfetti e collane lunghe di perle rosa trasparenti da toccare, cui aggrapparsi per sentire che esistevi. In mezzo a questa luce che circondava i capelli e le mani, gli occhi.
A Roma non è mai piovuto; anzi no, non è vero. E’ piovuto tipo per dieci minuti quando dovevo salire sul motorino a Trastevere di notte e sistemare la gonna come potevo e tenere le scarpe alte appoggiate di qua e di là e poi sfilare via in mezzo alle macchine e i guanti rossi di lei che erano un faro e il fiume che scorreva accanto, qualche ponte, le voci che si perdevano per strada, le voci di noi due a sbocconcellarsi poche cose perché poi ci saremmo salutate nel pieno del ghetto, oltre una fontana, oltre una piazza, prima del terzo gin lemon e di un divano bassissimo.
A Roma non è mai piovuto e la domenica sembrava una domenica per davvero come vorresti che fossero le domeniche.
Poi un treno m’ha inghiottita, un altro treno mi ha sospinta più in là, un terzo treno mi ha portata qui.
E ora piove.  

Questa luceultima modifica: 2008-04-29T08:25:00+02:00da capecchi
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