Quello che sono

lei e il basso
Non cucino minestrina in brodo né involtini di pollo. Io stessa non mangio verdura e amo mangiare così, in piedi, un po’ per caso magari davanti al televisore. Odio i cibi sani. Odio prepararli. Odio persino pensarli. Così la Nina finisce per mangiare un po’ come me. Parecchi kinder, le gocciole, pizza, schiacciata. Non stiro e raramente faccio andare la lavatrice. Infatti ho pile di roba sporca non so più nemmeno dove. Il soggiorno non è un soggiorno, ma una sala giochi chiassosa, disordinata, instabile. Ho libri dappertutto. E non trovo mai le penne che mi servono. Metto a posto solo quando, proprio, tutto sta per implodere. La Nina non fa moltissimi bagni ed è sempre spettinata. Gira scalza per casa, ha la voce troppo alta oppure molto dolce se vuole e parla una lingua buffa inventata da lei, ma che lei definisce “inglese”, piena di elle. A volte mi chiama mamma, a volte mammina, a volte mamma Capecchi. Io non gioco spesso a nascondino con lei, né sposto la colonna bianca come piace a lei, perché dopo un po’ mi annoio. Ma spesso la piglio e la bacio. Me la strapazzo. Le do noia. Io non so fare altro. So fare così. Non so stirarle camicine o prepararle torte di compleanno con la glassa. Io so fare quello che sono. So darle un basso, ballare con lei Crudelia De Mon, sdraiarmi per terra, cantare canzoni. Nient’altro.
Questo, a volte, mi fa parecchio male.

Quello che sonoultima modifica: 2008-07-03T14:20:00+02:00da capecchi
Reposta per primo quest’articolo

17 pensieri su “Quello che sono

  1. “Saper fare ciò che si è” è lo scopo di una vita.
    Non per tutti, forse per pochissimi. Il che rende la cosa maggiormente sensata.

    ps: il libro in basso a destra è uno spartito? un copione? una dichiarazione dei redditi??

  2. Mi viene tristezza nel leggere l’ultimo rigo.

    Anche se penso alle tue (ops!) sue stanze con gioia.

    Non occorre specificare quali sono “quelle volte”.

  3. Uno, scusa, ma non ho capito. In che senso non occorre specificare quali sono “quelle volte”? Perchè veramente io intendevo proprio “a volte” tutto questo mi fa male. Non sono volte specifiche, sono volte che accadono. E le sue stanze, sì, son sempre piene di gioia. Fai bene a pensarle così.

  4. Sarà una bambina amata e forte, sorridente e senza condizionamenti stupidi e maschilisti.
    Sarà una bambina meravigliosa come la sua mamma.

  5. Alba, grazie. Una cosa è certa: come la sua mamma, sorride spesso. E fa mille facce indescrivibili.

  6. Mangio poche verdure e solo perché me lo impongo, in parecchi periodi della mia vita affatto. La frutta per me esiste soltanto sotto forma di succhi di frutta. Certo, non sono un grande esempio, ma nemmeno pessimo, almeno come essere umano. Cantare e ballare con la mia mamma mi sono mancati o forse ero io a non volerlo, per induzione della nonna paterna. Più facile che fosse così. Ho sicuramente sorriso meno della Nina da piccola; sicuramente sorridere mi è mancato. Le torte alla glassa invece non mi sono mancate. E poi, se proprio alla Nina piaceranno, le torte le compreremo. Già fatte. E prima e dopo o anche durante (con le briciole che si spargono sul pavimento), la Nina ballerà e canterà con la sua mamma, sorridente come lei e con lei.

  7. Stef: di sicuro ballerà. Ma ancor più di sicuro ci saranno le briciole. Ieri sera, ad esempio, abbiamo fatto un pic-nic davanti alla tv: briciole ovunque.
    QW: musica, tanta. Eh eh, sì. Gran solo di basso, stamani.
    Sere: infatti. Dalla mia ho sempre il sorriso.

  8. Ah Gaia. Grazie. Grazie per avere ammesso anche te di essere una mamma sottolivello. Che non ti consoli il fatto di averlo ammesso, nè le voci flautolenti (come le scuregge) che ti rassicurano: la massima lobertà viene dalla massima responsabilità. And that’s never fun. La ragazza ti odierà, come ogni femmina deve odiare sua madre, ma ti ammirerà, come ogni persona deve ammirare le persone in gamba. Questo le stai dando, e lo stai barattando con la sua serenità. Ora, ti chiedo: non stai forse facendo per lei quello che avresti voluto fosse fatto per te? Si, o no, ma insomma, basta definirsi con precisione, per mettersi in condizione di essere criticati, dopo, e capiti, prima. Ci vogliono due coglioni così.

  9. Sei come sei. Nel senso che vali per 6,
    e anche per quello che non sei.
    Briciole incluse.
    Bel blog.
    Bello scrivere.
    Le tue idee aiutano.
    Un salutone e a presto.

  10. …Vorrei essere tua figlia. Scherzi a parte incontriamoci presto per un duo drums’n’basssssssssssssssssssssssss!!!!!!!!!!

  11. Gaia: …tutto questo mi fa male.
    Uno : SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSScusa, scusa ed ancora scuse.
             NON ERA MIA INTENZIONE OFFENDERTI/offenderLa.
             non era proprio nei miei pensieri.
             Ti chiedo Scusa.

    Gaia: …quali sono “quelle volte”? Perchè veramente io intendevo proprio “a volte”…
             Non sono volte specifiche, sono volte che accadono.
    Uno : Sono quelle volte -in cui accade- …si realizza=si somma 2+2=
              Lo dico solo perchè è capitato anche a me, ecco perché mi sono sentito…
              …partecipe a quelle vvvvvvvvvolte.

    Gaia: Fai bene a pensarle così.
    Uno : Ma certo, che è così; non potrebbe essere diversamente.

  12. Juany: già. Piena ammissione di mamma sottolivello.
    Raf: grazie.
    Save: un duo da mettere in piedi al più presto, sì.
    Uno: niente scuse, figurati. Forse m’era uscito un tono un po’ secco nella risposta ma non mi ero offesa. Grazie però d’essere tornato e aver precisato. Davvero.

  13. per la legge del contrappasso, presto Lei ti costringerà a mangiare verdure, molto probabilmente le cucinerà, coraggio goditi questi ultimi anni di pace.

I commenti sono chiusi.