L’Umbria

ea6f6700aabbacb5984845b365da6db6.jpgL’Umbria è casa mia. L’Umbria è un posto estraneo. Ci convivono cozzando fra loro ossessioni e distanze, riconoscimenti e solitudini. Cammini sotto gli olivi come in un orto sacro; oppure una prigione. La natura pare inghiottirti, schiacciarti sotto nubi ricolme di pioggia continuamente minacciata. Poi un sole impietoso arroventa l’aria, i pensieri. Infatti le pietre ardono, il cielo è feroce, l’acqua è un abisso di sparizione. Un calanco d’assoluto. Spaventoso ed enorme.

L’Umbria è Perugia e le scale mobili e ballare al ritmo di uno che suona una grattugia indossata sul corpo. Tutti che gridano, vortici di cani e umori. Coppie che si toccano e sai che il minuto dopo si baceranno. L’amica che ti guarda e forse sorride e forse balla pure lei, ma poco. E tu intanto che pensi: in questo preciso momento il mio cuore sta pompando.  

  

L’Umbria è il jazz. Sonny Rollins e uno sconosciuto che canta grondando e marciando. L’Arena Santa Giuliana che prima dei concerti pare sempre incendiarsi, ma con cortesia, sopra i tetti della città. Sono le facce di tutti quelli che suonano, le loro mani, gli sguardi in tralice sopra gli strumenti, i fiati che si intuiscono dietro i microfoni, la voce di Cassandra Wilson e il modo in cui si muove. E’ il sassofono di David Sanborn, lontanissimo. E’ la Nina che ascoltando qualunque musica ci sia lungo la strada accende i suoi occhi contro di te, ride e grida: “Non ti sentooooo!”.


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 L’Umbria è una scheggia, un confetto succoso, una goccia che scende sullo stesso sasso aspro, quella nota assoluta che vorresti trovare ma non trovi mai. Lì ci vai perché ti perdi e ti ritrovi e puoi fare qualunque cosa, dire qualunque cosa, immaginare, sognare, sbagliarti, scegliere gli stessi pantaloni paracadute per i concerti della notte, mangiare patatine fritte o sporcarti di gelato, parlare per ore di jazz con il ragazzo gentile dell’Egea e poi uscire nel vento, coi capelli puliti, un rossetto che lascia tracce di rosso sui denti. Essere sempre quello che sei, la tua manciata di sciocche ossessioni a portata di mano, su un tavolino bianco di plastica, basso.

L’Umbriaultima modifica: 2008-07-20T01:15:00+02:00da capecchi
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5 pensieri su “L’Umbria

  1. Ammetto: mi si è aperto un mondo. Davvero una manifestazione in cui ognuno può trovare il proprio posto. Persino io. E così è l’Umbria. Certo gli ulivi vanno curati e circondati da erba bassissima, di quella che mai crescerà. E poi ci sono le mattonelle linde e pulite e la piscina. E naturalmente le proprie ossessioni, che una terra un cielo e temperature così decise e inclementi (in un senso e in un altro) non possono non alimentare.
    E sì, ballavo, poco ma ballavo. Come si fa a sottrarsi a Rockin’ Dopsie?

  2. che bella pagina! L’ho stampata, letta e riletta. Transito molto spesso per l’Umbria, purtroppo molto, troppo velocemente. L’apprezzavo già molto. Ora ho anche una bella chiave di lettura per entrare ancora di più in contatto con la sua essenza.

  3. Ciao
    Una vita che non tornavo nel tuo blog, e ti ritrovo ebbra dell’Umbria e di Umbria jazz, due cose che adoro.
    Quando Umbria Jazz finisce non ho il coraggio di tornare in centro a Perugia, sembra un altro mondo, vuoto, triste, nemmeno l’ombra di quel che era qualche giorno fa.
    Ma l’anno prossimo tutta quella magia (di solito) torna 🙂

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